Il bilancio alla 13.a giornata è ampiamente positivo per il Frosinone che ha un'anima ed ampi margini di crescita. Qualche rischio eccessivo corso nel finale convulso perché nel calcio vale la regola "se una partita non si può vincere nemmeno si deve rischiare di perdere"

SUPERATO UN ALTRO ‘STRESS TEST’, ORA ATTENTI: PORDENONE FINORA TROPPO BRUTTO PER ESSERE VERO

I numeri dei friulani sono tutti negativi ma la serie B è come una giungla vietnamita, piena di insidie. La squadra di Tedino ha un solo dato positivo: 5 gol su 8 da palla inattiva. Le altre di B: la Spal precipita, il Benevento scivola ancora, il Brescia in vetta ma salvato da legni e rigore fallito
 In Il Punto

Se è vero il famoso detto secondo il quale “gli attacchi fanno vendere i biglietti e le difese fanno vincere le partite”, il Frosinone è abbondantemente oltre metà dell’opera alla 13.a giornata di campionato, esattamente poco più di un terzo del cammino della stagione regolare. E’ una squadra che ha un’anima, sa soffrire quando è il momento, non si disunisce, è un corpo e un’anima unica. E con grandi margini di crescita. La partita con il Lecce era considerata al pari di uno ‘stress test’ come quello di Benevento per la truppa di Fabio Grosso e la fase difensiva giallazzurra – praticamente tutti e 11 perché si attacca e si difende di squadra secondo i dettami del tecnico – lo ha superato in maniera brillante. Per la cronaca, su 13 gare, per la quinta volta la porta è rimasta immacolata. Il Frosinone qualcosa però lo ha pagato invece dai 16 metri dell’area avversaria alla linea bianca sotto i piedi di Gabriel per un misto di frenesia e poca precisione. Lo ha pagato soprattutto nella prima mezzora del primo tempo quando il Lecce è apparso sorpreso dalla velocità di pensiero e di esecuzione dei canarini. Quando Baroni ha rimesso in moto Hjulmand in mezzo al campo e con lui anche Majer e Gargiulo, la partita è tornata su binari di equilibrio. E in mezzo al campo sono salite in alto le scintille, con Boloca (eccellente) e Ricci una spanna al di sopra di Lulic. E poi, a cercare il classico pelo nell’uovo, vale anche un altro detto, proprio del calcio, secondo il quale “se una partita non si può vincere nemmeno si deve rischiare di perdere”. Perché nei continui ribaltamenti di fronte finali, il Lecce per due volte ha avuto la metà campo giallazzurra scoperta per affondare il colpo e qui c’è voluta la bravura della coppia di centrali e del portiere Ravaglia ad ammortizzare il colpo che poteva risultare ferale a quel punto del match.

TESTA SULLE SPALLE CONTRO I FRIULANI – La testa – sempre sulle spalle – va subito e solo al Pordenone e non al trittico di partite che in rapida sequenza porteranno a giocare per altri due sabato di fila al ‘Benito Stirpe’ con l’intermezzo della partita di Cremona. La serie B è sempre una giungla vietnamita, trappole e agguati sono all’ordine delle giornate. Sulla carta la differenza tra Frosinone e Pordenone è nei 19 punti che separano le due squadre ma il campo di gioco è sempre un’altra cosa. Perché i friulani non possono essere quelli visti finora, visto che esprimono gente del calibro di Ciciretti, Folorunsho, Petriccione, Camporese e Zammarini tanto per citarne qualcuno. Tedino – terzo tecnico dopo l’esordiente Paci e Rastelli – non è riuscito ad incidere ma il Frosinone dovrà prestare attenzione a non valutare con sufficienza tutti i numeri negativi dei prossimi avversari: 180’ senza fare gol, 3 reti nelle ultime 5 gare, 0 vittorie, 3 punti in 13 gare, peggior difesa del campionato (28 reti incassate e peggior attacco (8 gol) ed anche una lista di infortunati che sono tutti da valutare nella rotta di avvicinamento alla gara di sabato (Misuraca, Kupisz, Chrzanowki, Mensah, Butic, Tdadjout e Sabbione) mentre sarà assente di sicuro Falasco perché squalificato. Tornerà invece dalla squalifica il terzino destro El Kaouakibi sul quale in estate si erano poste le attenzioni del Frosinone. C’è un dato statistico positivo, il classico fiore nel deserto: il Pordenone è la squadra che ha segnato in percentuale più gol su sviluppi di palla inattiva in questo campionato (5 reti sulle 8 totali).

LE ALTREBrescia in vetta alla classifica con 27 punti per effetto del 3-2 in casa del Vicenza ma sulla vittoria delle Rondinelle pesano senza dubbio il rigore fallito da un ormai irriconoscibile Diaw (il suo percorso di crescita si è fermato lo scorso gennaio col passaggio dal Pordenone al Monza, ndr) e i tre legni colpiti dalla squadra di Brocchi che adesso trema perché 4 punti dopo 13 giornate sono un macigno. Nonostante il successo, finale messo a repentaglio anche dall’errore di Joronen sul 2-3 di Giacomelli su punizione. Entra nella zona playoff  l’Ascoli che  vince 1-0 nella nebbia di Lignano Sabbiadoro sul Pordenone grazie ad una rete di testa dell’ex canarino Salvi ma la squadra di Tedino si trova in una condizione ancora peggiore di quella del Vicenza, con 3 punti, 0 vittorie, peggior attacco e difesa colabrodo (28 reti incassate). Friulani al terzo cambio di allenatore infruttuoso. E’ al secondo cambio invece il Crotone che Marino non riesce a risollevare mentre dall’altra parte si risolleva il Perugia che rifila un 2-0 senza appello ai pitagorici che il patron Vrenna porta in ritiro al sapore dell’ultima spiaggia. Si stacca dalla zona retrocessione l’Alessandria che vince in rimonta 3-2 sul campo della Spal che al momento è nei playout proprio con i grigi di Longo. In casa Spal sul banco degli imputati c’è la difesa, patron Tacopina a caccia di rinforzi in casa Milan. Malinconicamente a 17 punti, quindi a -3 dai playout c’è il Parma che in casa contro il Cosenza viene salvato da Buffon che fissa l’1-1 finale. Silani al momento salvi. Il tecnico dei crociati Maresca ha parlato di eccessiva pressione ma il passato degli emiliani è qualcosa che genera di per sé pressione…

In alto riprende a vincere il Pisa senza tre squalificati pesanti e lo fa con il Benevento nel posticipo di domenica sera, gara risolta da una punizione di Cohen ma con la partecipazione del portiere Paleari che battezza male la traiettoria della palla e si fa infilare in maniera maldestra. In casa dei sanniti momenti di riflessione. Secondo ko di fila in casa per la Reggina che si culla dopo il vantaggio firmato da Montalto contro la sua ex Cremonese e viene colpita nella ripresa dai gol di Bonaiuto e Gaetano. Grigiorossi a braccetto con il Frosinone e la stessa squadra calabrese. Il derby lombardo Monza-Como è uno spettacolo, vincono i brianzoli 3-2 grazie ad una eurobomba di Machin all’88’ ma nel momento migliore dei lariani – passati dal doppio svantaggio al 2-2 – l’arbitro Serra di Torino e il Var non vedono un rigore netto per il Como per fallo su Cerri. Il Monza risale la china, il Como non scavalca la parte destra della classifica. Infine Ternana-Cittadella, sotto il sole ne esce un pari (1-1) che muove la classifica senza far fare salti di gioia.

Giovanni Lanzi

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