Il presidente e il sindaco di Fiuggi hanno risposto alle domane dei cronisti. Il massimo dirigente non le manda a dire: "Per 40 questa provincia è stata ferma, pensate se questo territorio si fosse linkato a Valmontone, Paliano, Piglio. Bellezze che poche realtà in Italia hanno"

STIRPE ALLA POLITICA: “BASTA FARE I SOLISTI, DEVE SUONARE L’ORCHESTRA O LA MUSICA NON SI SENTE”

L'avvocato Baccarini: "Il patron giallazzurro ha parlato di verde, che non è interessato a chiedere cubature: vuol dire che ha dato una lettura che è esattamente la nostra. Per noi è un piacere"
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FIUGGI – Dopo gli interventi del sindaco Baccarini e del presidente Stirpe, ci sono state le domande dei cronisti presenti.

Prendendo spunto dei ragionamenti sullo sviluppo generale, questi interventi riguarderanno solo il Centro Sportivo di Capo I Prati o ci si può attendere che se ne sviluppino altri?

“Posso rispondere in maniera che può sembrare criptica ma può essere interpretata anche in altro modo: noi guardiamo a tutte le potenzialità che possono esserci. Stiamo ragionando a 360 gradi. Dicevo al sindaco che se questo territorio si fosse ‘linkato’ a Valmontone e Paliano avremmo avuto un ecosistema fatto dal Parco Giochi, l’Outlet, la Selva di Paliano, la Via del Vino fino alla Terme che poche altre province in Italia avrebbero potuto avere nel raggio di 20 chilometri. Ma non le abbiamo sapute sfruttare. E’ arrivato il tempo in cui non bisogna solo essere dei bravi solisti. Adesso o suona l’orchestra o non si sente la musica”.

Sindaco, la presenza del Frosinone Calcio è un arricchimento per la Città. Fiuggi quindi avrà dei grossi vantaggi economici.

“In realtà ho già detto che le ricadute saranno assolutamente positive. Il presidente Stirpe ci aveva fatto interessare sin dal primo momento al progetto che non va visto astrattamente, perché si combina perfettamente alle esigenze del territorio e soprattutto alle bellezze naturali. Il presidente Stirpe ha parlato di verde, che non è interessato a chiedere cubature e che se sarà necessario si metteranno delle strutture amovibili ad impatto ambientale zero: vuol dire che ha dato una lettura che è esattamente la nostra. Per noi è un piacere. Se una realtà industriale ci dice che il percorso che abbiamo intrapreso è quello giusto non posso che condividere con lei che le ricadute positive ci saranno. Il nome dato non a caso è ‘Identità Ciociara’. Io credo che il progetto sia uno dei volani per Fiuggi e per l’intera Ciociaria”.

Il nostro territorio è stato frenato da logiche di piccolo quartiere come lei ha detto Presidente. Non rischia di essere una splendida eccezione il progetto? Ci sono altri esempi concreti di progetti?

“Io penso che se esistiamo noi, possono esistere anche altri che pensano sia necessario uscire da un certo tipo di timidezza e assumere il ruolo che un ceto dirigente deve assumere. Il ceto dirigente è tale quando dà. Questa iniziativa deve essere solo uno stimolo per gli altri. L’unico suggerimento: è possibile fare le cose. La speranza non dobbiamo mai perderla, sennò ci affideremmo al declino. E se il territorio declina, i giovani vanno via. Noi abbiamo una grande responsabilità in questo punto di vista. Se avessi dei figli mi porrei questo problema. Il progetto del Frosinone calcio parte nel 2003, c’è voluta tanta pazienza, sacrifici e sforzi importanti, tante energie spese. Il percorso lo rifarei anche se non è stato semplice ma bisogna partire da questo tipo di ragionamento. Fiuggi è diventato una specie di diamante grezzo, si potrebbero fare tante cose che noi vediamo magari quando andiamo all’estero. L’altro giorno dicevo al sindaco di Frosinone, Ottaviani, ho detto: se giri attorno allo stadio trovi dei defibrillatori, a disposizione delle persone che fanno attività. Non devi andare a Montecarlo per trovarli. Attorno a quell’anello ogni giorno circolano tante persone, se succede qualcosa si può intervenire. Ecco, quando si parla della cura dei dettagli, il rispetto delle persone sono segnali importanti. Questi segnali dobbiamo darli noi. Non si è ceto dirigente se si ha una macchina di grossa cilindrata. Su Fiuggi si possono fare tante cose, invito tanti imprenditori della nostra terra che possono avere capacità e risorse per fare bene. Bisogna uscire dalla timidezza e fare, anche sapendo che c’è la possibilità di andare incontro agli insuccessi. Ma se noi abbiamo deciso di vivere qui e di far sviluppare il nostro territorio, ci dobbiamo assumere la responsabilità di fare le cose anche se ci sono delle possibilità di un insuccesso. Detto questo, faccio un invito al sindaco di Fiuggi: parlate con i Comuni che sono attorno a voi e chiedere loro se questo territorio lo stiamo valorizzando bene. E creare un movimento che vada ad aggregare gli imprenditori”.

Presidente, a distanza di anni si chiude il cerchio del progetto?

“Il cerchio si chiuderà quando si potranno iniziare i lavori e saranno espletate tutte le procedure. Si chiude invece una fase di questo progetto. L’altro giorno a Ferentino ho detto che abbiamo 4 pilastri nella nostra mission sui quali andare ad investire: la valorizzazione del brand, le competenze organizzative, la creazione di un Settore giovanile strutturato e le infrastrutture. Uno di questi pilastri verrebbe ad essere eretto in maniera solida e poi sarebbe propedeutico alla creazione del Settore Giovanile. Tutto è coerente. Per fare le altre due cose, io ho parlato di tre anni a giugno”.

Presidente, a tal proposito la Selva di Paliano verrà riaperta dal 1 marzo.

“Parlavo con degli amministratori a Roma: uno dei problemi che impedisce al turismo romano di spiccare il volo è la permanenza dei turisti. Se pensate al turista che viene a Fiuggi perché c’è una dotazione alberghiera, va bene. Poi che fa? Si gode la città di Fiuggi, le Terme? Lo fa in due giorni. Poi se ne va alla Selva di Paliano. E quindi fa un salto all’Outlet, al Parco Giochi. Così se ne va una settimana fatta bene. Bisogna creare un’orchestra nella quale ognuno suoni il proprio strumento. Il risultato è il progresso del territorio, il titolo del tema. Gli amministratori debbono fare lo svolgimento nel migliore dei modi. Gli amministratori per me sono all’altezza, non debbono farsi fagocitare dalle incombenze quotidiane, che impediscono la visione del futuro. Perché, per ‘non fare’ in provincia di Frosinone abbiamo perso 40 anni. Con umiltà e spirito di sacrificio bisogna ripartire da dove ci siamo fermati. E ripartire dalle idee. Tante cose non sono state fatte. Se non ci rendiamo conto che nel raggio di 20 chilometri ci sono almeno 5 cose belle da vedere non abbiamo capito cosa fare. Attualmente sono tutte cose scollegate tra loro. I territori e le comunità debbono fare il salto di qualità”.

Questa idea di allargare ad altre discipline il Parco dello Sport, porterà a rapporti con le altre federazioni?

“Noi ci muoviamo con tutti quelli che ci possono dare una mano. Per creare sinergie. A cominciare con Coni e Federazioni”.

Giovanni Lanzi

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