LONGO SI ‘PRENDE’ UN’ORA DI BUON CALCIO DEL FROSINONE: “LA PERSONALITA’ MI E’ PIACIUTA”

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MILANO – Per Moreno Longo a fine gara subito i microfoni di Dazn.

E’ finita 3-0 ma per 60’ si è visto il Frosinone delle precedenti 4 giornate.

“Questo mi conforta. Non era facile riprendere dopo la sosta contro l’Inter che aveva delle motivazioni particolari. Abbiamo creato anche i presupposti per andare a pareggiare la partita. E’ chiaro che la loro qualità quando le forze vengono meno, emerge. Ma dobbiamo continuare a crescere, le partite durano sempre 95’ e non bisogna mollare”.

Bisogna ripartire da quel Frosinone che è sicuramente cambiato. Anche se è chiaro che non devi fare necessariamente punti a San Siro.

“Noi dalla quinta-sesta giornata abbiamo offerto prestazioni sicuramente diverse. Arrivavamo da questa rivoluzione estiva che ci ha creato diverse problematiche, alle quali andava aggiunto anche l’adattamento alla categoria. E tutto questo mi fa ben sperare in prospettiva. Mi interessava oggi vedere una squadra che mantenesse un certo livello di prestazione. Che però dobbiamo far salire già da domenica prossima a 95’”.

 

Quindi il tecnico giallazzurro è passato a Radio Rai.

Si è visto un buon Frosinone fino al 2-0. Siete passati dal potenziale 1-1 al 2-0 per l’Inter. Li avete fatte soffrire per almeno 60’.

“Sotto questo aspetto è stata una buona prestazione. Fino a quando siamo rimasti in partita il Frosinone ha fatto quello che avrebbe dovuto fare qui a Milano. Abbiamo costruito anche la palla dell’1-1. E’ normale che quando prendi il 2-0, l’Inter ha preso a giocare sul velluto e quando le forze sono venute meno nell’ultimo quanto d’ora abbiamo concesso l’opportunità di chiudere la partita. In quel frangente potevamo far meglio, anche in un momento di sofferenza dovevamo concedere meno. Ho visto comunque un buon Frosinone, una squadra viva che è venuta qui a giocare con coraggio”.

Non deve essere stato facile per lei amalgamare una squadra nuova. Però piano piano il lavoro sta pagando…

“E’ merito dei ragazzi che si sono messi a disposizione. Sta migliorando la coesione di gruppo che quella organizzativa di squadra. Ad oggi abbiamo superato le difficoltà ma non dobbiamo cullarci su quello che abbiamo fatto. Il percorso sarà lungo e difficile fino alla fine. E se conosciamo qual è il nostro percorso e sappiamo come affrontarlo, diventa un vantaggio per noi”.

Nel finale l’Inter ha avuto un altro passo rispetto al Frosinone. Da cosa è dipeso?

“E’ una questione di struttura fisica. Contro questa Inter era impensabile tenere quei ritmi che loro attuano con grande naturalezza. Si parla di giocatori che hanno un motore diverso e nell’economia della partita, quando i minuti passano sono giocatori che rispetto ai nostri fanno meno fatica. Ti costringono quindi a lavorare di più, ti costringono a fare più metri nella stessa azione e nel finale si tende ad aumentare questo divario fisico”.

 

Infine la conferenza per i cronisti della carta stampata.

“L’Inter era quella che ci aspettavamo, una grande squadra che sapeva di non poter sbagliare. La loro grande forza è stata quella di aver fatto due gol in momenti perfetti a loro favore. Dopo 10’ e nel momento della ripresa in cui noi avevamo approcciato bene. Ma mi tengo la personalità del Frosinone in quei 60’”.

Il cambio del modulo quanto ha pesato?

“Non credo che oggi sia da addebitare al cambio di modulo la sconfitta”.

La scelta di Crisetig che non giocava da tantissimo tempo?

“Lo abbiamo scelto perché Maiello è diffidato e non potevamo assolutamente rischiare di perderlo per la partita di Cagliari domenica prossima. Sarebbe stata negligenza, in quei momenti devi guardare anche oltre”.

Avrebbe fatto altri cambi rispetto a quelli che ha fatto? E magari l’ingresso anticipato di Campbell?

“Cassata lo abbiamo tolto perché era ammonito, un cambio forzato. Beghetto anche era ammonito e c’era il rischio che dovesse fare ancora fallo e così abbiamo preferito mettere Ghiglione, dirottando Zampano dalla parte opposta. Gli faccio i complimenti, Ghiglione è un ragazzo che sta vedendo per la seconda o terza volta la serie A e lo ha fatto a San Siro in maniera ottima. Campbell il minutaggio che poteva avere non era più di 15’. Sapevamo che era stanco. Magari ci aspettavamo che potesse darci qualcosa nelle ripartenze e di conseguenza Ciofani e Pinamonti ci davano prestanza al cospetto di De Vrij e Skriniar che sono quasi due robot”.

Cosa cambia questa sconfitta?

“Nella nostra strada non deve cambiare nulla. Anzi deve aumentarci consapevolezza ed autostima. Non dobbiamo farci togliere fiducia da una sconfitta a Milano con l’Inter. Adesso dobbiamo continuare a lavorare con grande serenità”.

Cosa le lascia questa partita in eredità?

“Ci lascia la convinzione di aver perso una partita contro una grande squadra ma di aver fatto anche delle ottime cose. E se le fai a Milano puoi farle anche contro altre squadre”.

Cosa manca al Frosinone per fare il salto di qualità?

“Questa squadra il salto di qualità lo ha già fatto. Anche se abbiamo un sacco di cose da migliorare e lo vedo quotidianamente dalle risposte che danno i ragazzi”.

Oggi l’Udinese ha vinto: c’è il rischio di rimanere in 4-5 a lottare?

“Rispetto allo scorso anno la lotta è livellata verso l’alto. Indipendentemente da quante rimarranno dovremo esser bravi a restare attaccati al carro-salvezza”.

Un giudizio su Pinamonti?

“Una buona partita la sua. Ha lottato, si è impegnato pur nelle difficoltà in questa partita per un attaccante del Frosinone. Mi piace il suo atteggiamento e la sua predisposizione al lavoro”.

Giovanni Lanzi

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