LONGO: “SARO’ CONCENTRATO PER 95′: DOBBIAMO SOLO VINCERE”

 In Primi Piani

FERENTINO – La conferenza stampa più complicata per Moreno Longo degli ultimi 14 mesi è una passeggiata di salute che dura 33’ a passo comodo. Il tecnico giallazzurro centellina le parole, le scandisce bene e vola sul velluto con le risposte a domande nemmeno troppo cattive e qualche volta anche sovrapposte tra di loro. E’ la conferenza del pre-partita della cosiddetta verità, quella col Genoa. A Ferentino l’allenamento è fissato nel pomeriggio, Longo è al lavoro dalla mattina col suo staff. E alle ore 12.45 è preciso a sedersi sulla poltroncina giallazzurra nella location della sala stampa-lavoro della Città dello Sport.

Mister, noi addetti ai lavori ti chiediamo di vincere. C crediamo in questa vittoria, anche se il verbo vincere è una parola grossa. Allora diciamo a Longo ‘mettiamocela tutta’. Ce la facciamo domani?

“Domani dobbiamo farcela perché sappiamo quanto può essere importante una vittoria per cercare di iniziare un campionato che ci rimetterebbe in gioco. Una vittoria per acquistare fiducia e morale. Unico obiettivo di questa partitaè vincere”.

Non la riteniamo il solo responsabile di quanto sta accadendo. Come commenta invece la lettera aperta del Presidente nella parte che lariguarda quando la accusa di integralismo e di scarsa flessibilità?

“Parto da un presupposto: quando parla un presidente è in diritto e in dovere di esprimere il proprio pensiero. Sono il primo a pensare che senza il presidente Maurizio Stirpe qui nessunopotrebbe essere al proprio posto. Se oggi il Frosinone è in serie A, è diventato una piccola-grande realtà del calcio italiano lo si deveesclusivamente a lui. Per quanto riguarda la sua affermazione nella lettera ne prendo atto e non posso che accettare la critica, ho grande rispetto nella sua figura. Poi è normale che da parte mia non mi sembra di essere integralista o poco flessibile perché la mia carriera ha dimostrato altro. Un integralista e poco flessibile, se mi permettere, lo è sempre e non solo ora. Ho vinto uno scudetto e una Supercoppa con un 4-3-3 e 4-2-4, a Vercelli ho iniziato con il 4-3-3 e poi 3-5-2 e ci salvammo. Vengo a Frosinone con una squadra costruita per il 3-5-2, prendiamo Ciano e giochiamo con un 3-4-1-2 per cercare di faro coesistere giocatori comunque importanti per la fase offensiva. Si fa male Ciofani, siamo in difficoltà e faccio giocare la squadra le ultime 4 di campionato con il 4-2-3-1, ne vinciamo tre e pareggiamo all’ultimo secondo col Foggia. C’era da ritrovare compattezza e metto la squadra col 3-5-2. Il 3-5-2 di quest’anno è stato costruito per questo campionato. E’ un modulo che se lo costruisci con l’idea di farlo in maniera funzionale è difficile da cambiare q meno che non si hanno elementi duttili per cambiare. In serie A si richiedono dinamicità differenti, Ciano ad esempio ha fatto il trequartista ma lo ha fatto in B. Io sono qui a cercare soluzioni ma non credo che un modulo diverso oggi ci avrebbe permesso di vincere le partite. Non cito quella col Bolognache abbiamo giocato alla pari. E quella con la Sampdoria lavete vista tutti: dopo un gol regalato la partita l’ha fatta il Frosinone. Il secondo gol ci ha poi tagliato le gambe. Questa è la mia analisi lucida ma la faccio con grande coerenza di idee. E so benissimo che quando non vengono i risultati tutti diventa fumo. Quello che conta è quello che dice il campo. Se il Frosinone fa risultati quello che ho detto acquisisce valenza, sennò è aria fritta“.

Lei ci disse tempo fa ci disse che ci sarebbero state 10-12 partite in cui il Frosinone doveva stare là ad aspettare e poi ripartire. Il giocatore per ripartire alle spalle delle puntenon glielo hanno acquistato. E lei è stato zitto, però. Il Genoa fa parte di queste 10-12 partitecontro le quali giocare per ripartire o è una squadra che si può attaccare subito?

“Innanzitutto confermo quello che ho detto: una squadra che si deve salvare quando incontra quelle 10-12 squadre di alto livello, fa difficoltà a proporre altro tipo di situazioni. Per quanto riguarda il Genoa abbuiamo grande rispetto ma non lo possiamo parificare a quelle 10-12 squadre. E’ una partita che dobbiamo vincere a tutti i costi. Poi sappiamo che gente come Piateke Pandev sono di grandissimo livello ma dobbiamo vincere, lo ripeto. Il 3-4-1-2? E’ una opportunità che abbiamo. Ma anche qui dobbiamo farlo con equilibrio. Non perché dobbiamo vincere ci serve andare allo sbaraglio. Per noi domani sarà una partita in cui conterà ancora di più il cervello col quale si scende in campo. La serie A ha bisogno di letture nella fasi della partita”.

E’ evidente che più di qualcuno dei nuovi non sta rispondendo alle attese. Il lavoro così diventa ancora più difficile per lei. Le chiediamo: domani dovremo aspettarci questo cambio di modulo per schierarci a specchio con Ballardini? Ad esempio Cassata al posto di Ciano che abbiamo visto un po’ giù di corda?

Cassata è stato buttato nella mischia domenicacontro la Roma e purtroppo non ha brillato nemmeno lui. Mi sembra che stiamo alla ricerca del salvatore della patria. Che deve essere invece solo uno spirito diverso da quello visto contro la Roma. Noi possiamo perdere ma solo dopo aver lottato, con dignità, dopo aver fatto un altro topo di prestazione. Cassata il trequartista? Non lo ha mai fatto, bisognerebbe inventarlo. Un trequartista ha altre caratteristiche. Ciano? Il trequartista lo ha fatto in B. In serie A il trequartista deve avere una disponibilità alla doppia fase diversa in serie A. Gente come Soddimo e lo stesso Vloet hanno un dinamismo differente per quella situazione. Ma sono scelte che faremo anche in base anche a chi comporrà l’undici iniziale”.

Longo aspetta una prova gagliarda di tutta la squadra e non certo dei singoli.

“Non possiamo aspettare l’invenzione del singolo. Noi dobbiamo essere squadra, che invecesi è vista finora a sprazzi. Non possiamo affidare al singolo le problematiche”.

A Roma lei ha difeso una squadra dicendo che si impegna. Ma se il presidente Stirpe parla di squadra molle…

“Questo gruppo deve diventare squadra, lo abbiamo detto. E’ una fase fondamentale per uno sport di squadra. Quando l’ho difesa dopo la partita con la Roma, l’ho fatto perché vedo quello che fanno i ragazzi durante la settimana. Ma loro sanno benissimo che l’atteggiamento è quello visto contro la Juve. Che non ho invece visto contro la Roma. Dove sembravamo molli, appunto. Abbiamo analizzato anche il problema delle ammonizioni. E se manca questo ad una squadra che deve salvarsi, stiamo parlando di nulla.

Ha parlato col presidente?

“Il presidente è molto vicino alla squadra ed al sottoscritto. Ci parliamo quotidianamente e la squadra conosce bene il pensiero del presidente. Dobbiamo accettare quelle considerazioni di una persona che sta in cima alla piramide della Società e che da signore qual è ci mette sempre la faccia fino in fondo”.

Questa squadra sembra un po’ il pugile all’angolo anche per quello zero nella casella di gol fatti? Giovedi come li ha visti? Un gruppo arrabbiato magari?

“Ho percepito grande senso di responsabilità nei ragazzi. Conta sempre quello che hai dentro. Io non credo alle reazioni, perché poi quello che hai dentro devi tradurle in campo”.

La situazione degli indisponibili?

Gori sta decisamente meglio e credo che sia pronto per iniziare a lavorare con la squadra ma attende una visita finale. Ardaiz e Maiello sono fuori. Perica e Campbell li valutiamo oggi. Per Daniel Ciofani è un problema di sola condizione. Ma dopo la sosta potrà essere preso in considerazione dal 1’”.

Speriamo domani di fare gol: verranno ad abbracciarla?

“La squadra deve esultare. Deve farlo per il proprio lavoro. Non bisogna fare qualcosa per qualcuno. La gioia in primis deve essere per ognuno di noi”.

Sente la sua panchina a rischio?

“Quando si sceglie di fare l’allenatore lo si fa con grande percentuale di rischio. Io domani sarò concentrato per 95’ ma so benissimo che l’ipotesi di un cambio di allenatore può esserci sempre”.

Come è il clima?

“Da quello che percepisco c’è grandissima voglia di uscire da questa situazione. Non esiste medicina diversa che vincere e iniziare a fare tre punti”.

Giovanni Lanzi

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