LONGO: “LA CURVA VUOLE GENTE CHE LOTTA? ANCHE IO, LA VITTORIA MERITO DEI RAGAZZI”

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FROSINONE – Un discreto battaglione di disfattisti serviti. Con una vittoria più netta di quanto non dica il risultato stesso, oltre la normale sofferenza che fa diventare belle certi successi. La serie positiva si allunga a 10 giornate e viene impreziosita da questi tre punti che portano i canarini di nuovo in vetta, in attesa di Bari-Palermo di domenica.

Moreno Longo ha fatto scivolare i 20′ canonici al chiuso dello spogliatoio. Poi seguito, come sempre accade dall’inizio della stagione, dal suo vice Dario Migliaccio, si è presentato ai microfoni di Sky. L’elogio della panchina, tornata lunga e sostanziosa dopo un periodo di difficoltà (e sempre in attesa dei recuperi di Paganini e Sammarco, ndr) è esattamente un atto dovuto.

A Longo la domanda è obbligata: ha temuto, dopo il palo di Daniel Ciofani, di rivedere i fantasmi delle ultime settimane oppure è stato certo della vittoria?

“Oggi ero sicuro non della vittoria perché in questo campionato non lo si può mai essere, bensì di una grande prestazione da parte dei ragazzi. Ho visto una settimana di lavoro aggredita con ferocia, ero sicuro soprattutto della risposta, vanno ringraziati per lo spirito col quale hanno giocato oggi. Oltre alla continuità dei risultati abbiamo reinserito la vittoria che vale visto che l’equilibrio continua”.

E’ cambiato qualcosa sotto l’aspetto dell’attenzione in difesa?

“Sicuramente sotto l’aspetto difensivo abbiamo lavorato ma come semopre del resto. Nel mio modo di intendere calcio c’è l’equilibrio delle due fasi, non mi piace mai vedere una squadra che subisce troppi gol e in questo senso sapevamo che, analizzando i gol, spesso e volentieri nelle ultime sei-sette reti che avevamo incassato c’erano molte situazioni derivanti da palla inattiva. L’attenzione e la cura dei dettagli è fondamentale. Sappiamo che dobbiamo migliorare alcuni meccanismi di reparto però dobbiamo essere consapevoli che quando sale l’attenzione anche il margine di errore si assottiglia. Questo è il segnale di dover continuare con questo piglio”.

La scelta di Dionisi in panchina dall’inizio e il lancio di Citro dal 1′?

“La scelta di Dionisi è stata tecnica. Non è stato per infortunio che ha avuto nel finale della gara col Cesena. In questo momento ho 22 giocatori all’altezza, abbiamo recuperato tutti gli infortunati, Citro arrivava da un periodo ottimo ed ho voluto dare una chance a lui per far capire al gruppo che dobbiamo essere tutti sempre pronti perché è di tutti che abbiamo bisogno”.

Dieci metri più in là c’è la sala stampa. Dove è appena passato Marino.

La prima domanda è quasi una simpatica provocazione: mister, finalmente!

“Se fate riferimento alla vittoria, è normale dopo 4 pareggi, possiamo dire finalmente è arrivata una vittoria. Sono contento perché, lo ripeto, ho visto una settimana di lavoro aggredita dal primo giorno di allenamento. Ero certo del fatto che i ragazzi avrebbero messo in campo una prestazione maiuscola. Il merito va a loro, hanno dimostrato che difficilmente si abbattono e che sanno venir fuori da momenti particolari che in una stagione capitano a tutti”.

Sappiamo dell’importanza di mettere minutaggio ai giocatori: in questo contesto, Citro è stata una scelta tecnica?

“La scelta è stata tecnica: Federico aveva saltato un paio di allenamenti. Ma a mio avviso Citro meritava una chance, mi aveva dato ottimi segnali. Ed era giusto che il gruppo lo sia in tutte le sue sfaccettature. Noi abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo bisogno di anteporre sempre il ‘noi’. Dionisi ha accettato la mia scelta ed è subentrato con la qualità che ha. E siamo contenti della scelta. Anche per come Dionisi è entrato in corsa”.

A fine gara la Curva ha cantato: noi vogliamo gente che lotta…

“Anche io voglio gente che lotta. Perché dobbiamo assolutamente continuare su questa strada. Perché se dovessimo fermarci vuol dire che abbiamo capito poco. Dobbiamo insistere per dare continuità alla prestazione. La vittoria è la somma di quello che fai per 90′-95′: e noi lo abbiamo fatto per lunghi tratti magari nelle precedenti partite, mi riferisco magari ad Empoli nello specifico. Vedete i risultati di oggi: ci sono stati tre gol nei finali di gara che hanno cambiato molte partite. E più in generale gli ultimi 10′ di un incontro sono una partita nella partita e possono vanificare quanto di buono ha fatto una squadra perché ci sono avversari che gettano il cuore oltre l’ostacolo, attaccano anche in maniera disordinata. Noi dobbiamo imparare a gestire queste fasi. Con umiltà”.

Se vede la classifica, il Frosinone è tornato primo. Campionato sempre più folle… Magari qualche rimpianto?

“Io non voglio essere logorroico e ripetitivo però ho sempre detto che questo è un campionato nel quale le squadre che puntano a vincerlo sono sempre di più del normale. E danno tutte battaglia. E’ vero che il Frosinone può avere rammarico ma lo possono avere anche altre squadre. Questo è un campionato nel quale tutto l’ambiente deve capire che sarà giocato sui dettagli. E significa che bisogna stringersi tutti, lavorare perché anche un dettaglio può essere decisivo”.

Ci piace analizzare con lei le prove di Bardi e Daniel Ciofani.

“Voi sapete che non mi piace parlare di singoli ma aver citato questi due giocatori mi sembra mirato. Francesco aveva vissuto una settimana non serena, ha dimostrato grande maturità. Non l’ho mai messo in discussione. A volte può capitare un errore, capita anche ad un allenatore. Andava solo rasserenato. Per quanto riguarda Daniel è talmente importante per questa squadra che la prestazione lo identifica proprio quando non fa gol. Lui i suoi gol li farà sempre, riesce ad essere determinante anche quando non fa gol. La sua prestazione va lodata, come giocatore e come uomo”.

Abbiamo visto qualche piccolo accorgimento in difesa e in attacco. E’ così?

“Credo che di diverso ci sia il fatto che quando il livello attenzione deve salire, si innalza anche il livello di come si attacca e ci si difende. Questa era una partita che per due-quinti era fatta di duelli individuali sugli esterni: Cancellotti e Furlan erano i dirimpettai dei nostri esterni. E dovevamo attaccare con raziocinio perché nella fase di transizione si poteva andare in difficoltà. Ma la partita che dovevamo fare nell’interpretazione era questa”. E i disfattisti sono serviti.

Ufficio Stampa

Frosinone Calcio

 

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