LA SAGGEZZA DI SAMMARCO: “E’ IL MOMENTO PIU’ IMPORTANTE. GRANDE ACCOGLIENZA, UN ONORE PER TUTTI NOI”

 In Prima Squadra

A Casa Frosinone l’appuntamento della mattinata è con il centrocampista Paolo Sammarco. Occhiale da sole, divisa da riposo in attesa di spostarsi sul campo per il primo allenamento mattutino di questa tournee in Canada. Seduto in uno dei salottini all’esterno del Nottawasaga Inn Resort, sullo sfondo il verde si mescola all’azzurro nitido del cielo.

«E’ un piacere ricominciare – esordisce il giocatore comasco -, ritrovare i compagni. E’ logico che questo è un  momento duro della stagione, si ricomincia a lavorare sodo ma sappiamo anche che è il momento più importantedella stagione. E poi quest’anno c’è anche la grande novità del ritorno in Canada ed è stato veramente un piacere vedere l’accoglienza di tanta gente che ci aspettava in aeroporto ».

«Ci avevano raccontato questo posto e l’entusiasmo della gente – prosegue Sammarco – ma non ci aspettavamo questo tipo di accoglienza, un onore avere la consapevolezza che rappresentiamo una terra al di là dell’Oceano. Abbiamo trovato una struttura adeguata al lavoro che dobbiamo svolgere ed una cornice che ti fa vivere serenamente questo momento della stagione».

«In camera sono con Terranova, prima (nel periodo al Fontana Olente a Ferentino, ndr) ero con Russo. Emanuele è un amico, sono contento di condividere questa esperienza con lui».

Spazio ai nuovi arrivi: «Con tutti i nuovi ci stiamo conoscendo, sono ragazzi che hanno voglia di far bene come noi che siamo già qui. Ad esempio con Molinaro ho condiviso tante battaglie in serie A durante gli anni, ci darà quella dose di esperienza che serve al Frosinone. E poi altri ragazzi giovani ma che già hanno fatto vedere il loro valore e che porteranno ognuno il loro contributo».

L’ultima è sui tifosi e la campagna abbonamenti: «Sono convinto che risponderanno presente, in questi anni ho conosciuto l’amore che hanno per la maglia e questa squadra e sono convinto che faranno sentire la loro voce ancora più forte».

Giovanni Lanzi

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