I granata emiliani sono al bivio della stagione. Ed hanno lo scomodo record di squadra con il maggior numero di colpiti dal Covid, ben 29. Al 'Benito Stirpe' out Siligardi, colpito dal virus al pari del ds Tosi

LA PRIMA VOLTA DELLA REGGIANA A FROSINONE

Alvini, appena insignito della Panchina d'Oro per la serie C, potrebbe ripartire dalle certezze della dorsale dell'ultima gara con il Cosenza. Ci sarà il duello tra i gemelli Zampano?
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La Reggiana si affaccia per la prima volta in assoluto a Frosinone. La squadra allenata di mister Alvini, toscano di Fucecchio, 50 anni, il ‘vate’ del ritorno tra i Cadetti dei granata dopo 21 anni di assenze e a due anni dal fallimento, si presenta al ‘Benito Stirpe’ reduce dal pareggio casalingo con il Cosenza che ha mosso poco le acque in casa emiliana.

Per i granata è senza dubbio il bivio della stagione. E lo stesso si può dire per i giallazzurri che hanno appena cambiato conduzione tecnica, passando da Alessandro Nesta a Fabio Grosso. Granata per tentare di dare sostanza alle chances di salvezza diretta, giallazzurri per rientrare nel giro degli spareggi. Nel girone di andata la Reggiana, prima della partita poi persa in casa con i giallazzurri, non avevano fatto male: solo in casa del Lecce, con una squadra appena reduce dal Covid di massa che l’aveva colpita nella settimana di avvicinamento alla gara col Cittadella, Cerofolini & soci avevano ceduto di schianto (7-1). Ma si erano anche tolti la soddisfazione di maramaldeggiare sul Monza (3-0) e poi di sbancare Cosenza, un particolare da non sottovalutare in caso di arrivo a pari punti al quint’ultimo posto. Reggiana che passerà agli annali del calcio mondiale per aver avuto ben 29 contagiati nel gruppo squadra, un record del quale gli emiliani avrebbero fatto a meno. Covid che ha colpito anche l’attaccante Siligardi e il ds Tosi  (a loro gli auguri di una pronta guarigione) in avvicinamento alla gara di Frosinone di venerdi Santo.

Un tuffo alla fine del mercato estivo per capire come era cambiato il volto della Reggiana dopo la notte della festa a Bari per la promozione. Erano arrivati il portiere Cerofolini (Casertana), il terzino destro Germoni (Juve Stabia, da gennaio al Catanzaro), i centrali Gyamfi (Benevento, ora infortunato), Ayeti (ex canarino di turno), e Gatti (Fano, da gennaio al Catanzaro), il laterale destro Giuseppe Zampano (Cesena, fratello dei giallazzurro Francesco), i centrocampisti centrali Fausto Rossi (Trapani) e Muratore (Juventus U23), gli attaccanti Cambiaghi (Atalanta Primavera), Voltan (Vis Pesaro, poi ceduto al Sudtirol) e Mazzocchi (Sudtirol). Il club emiliano voleva riavere il gioiello Kargbo dal Crotone e dopo un lungo lavoro ai fianchi il ds Tosi  è stato bravo a riottenere il prestito del giocatore che però ha pagato dazio probabilmente nel salto di categoria tra infortuni e presenze poco palpabili.

Della squadra che ha ottenuto la promozione erano così rimasti i portieri Venturi e Voltolini, i difensori centrali Costa, Espeche, Martinelli e Rozzio, il terzino destro Libutti, i centrocampisti Kirwan, Pezzella e Varone e gli attaccanti Lunetta, Marchi (poi ceduto a gennaio al Sudtirol), Radrezza e Zamparo.

Al mercato di riparazione di gennaio sono sbarcati l’attaccante Ardemagni (Frosinone), la punta esterna Siligardi (Crotone), il centrocampista Laribi (Verona), il difensore ex Crotone Yao (svincolato) e il centrocampista Del Pinto (Benevento).

Alvini è passato dal 3-4-1-2 alla difesa a 4 e alla diverse coniugazioni negli altri reparti. Formazione in alto mare ma la neo Panchina d’Oro non potrà prescindere dall’ossatura che vede Venturi tra i pali, Ayeti al centro della difesa, Radrezza, Varone e Laribi nel cuore del gioco, la variabile Kargbo e Ardemagni in attacco.

Giovanni Lanzi

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