IL VAR DA’ E TOGLIE MA TROPPI FISCHI PER FIASCHI. IL FROSINONE E L’ESEMPIO DEL GIRONA

 In Il Punto

Fischi thriller. Rischia di proseguire così il campionato di serie A, in testa, in coda, in cielo, in terra e in ogni luogo. Tra rigori dati e tolti (anche e soprattutto al Frosinone, prima di Torino), rigori magnanimamente concessi (regolarmente mai al Frosinone), rigori che arrivano dopo una rete avversaria, gol dubbi e chi più ne ha più ne metta. E allora… Var dove ti porta un regolamento (anche molto ben scritto, articolato), interpretato da uomini in carne ed ossa. Ai quali bisogna concedere per onestà intellettuale il beneficio dell’errore, sperando che non sia a vantaggio sempre e solo di altri.

I CONTI CON LA PENNA O LA CALCOLATRICE – La giornata numero 24 va in archivio con la sconfitta del Frosinone nell’anticipo in casa della Juventus che ora dovrà dimostrare anche nell’Europa che conta di saper straripare col proprio valore assoluto. E’ poi proseguita con le vittorie di Cagliari (remuntada su un Parma presuntuoso), Udinese ed Empoli (facile sul Sassuolo) nella zona rossa. La sconfitta al Dacia Arena fa urlare il Chievo per un rigore dubbio che il signor Valeri affida al Var. E poi c’è il ko rocambolesco della Spal per mano della Fiorentina, con un episodio che rimarrà probabilmente unico esemplare nel calcio dell’epoca-Var: la tecnologia ‘cassa’ letteralmente la rete regolare del 2-1 firmata dallo spallino Valoti, riavvolge il nastro e concede il rigore per un fallo di Cionek su Chiesa arrivato 34” prima del coast-to-coast degli emiliani. Rapporto tempo-spazio quasi siderale. Per un rigore facile da valutare anche ad occhio nudo, senza ricorrere… all’occhio magico del Var. E in tal caso senza scomodare polemiche di alcun tipo. Perché se ti abitui a fare le divisioni con la calcolatrice, quando tocca farle con la penna sembra di dover scalare l’Everest a mani nude, calzoncini e maglietta.

La serata di domenica è scivolata via con il pari del Napoli che dice addio ai sogni di gloria, l’Inter che senza Icardi trova Nainggolan e vince in casa con la Samp. Nel pomeriggio di domenica, la Lazio ridotta ai minimi termini nel momento cruciale della stagione fa più notizia della Lazio rimontata e sconfitta nella Genova rossoblu. Nella coda finale di lunedi sera, il Bologna dissipa più di uno spendaccione dalle mani a gruviera e la Roma ringrazia, anche se la rete del Bologna (che resta a +2 dal Frosinone) in evidente offside di Svanberg mette un po’ di pepe sul finale (2-1).

IL DERBY E IL VAR RETROATTIVO – Oltre, c’è il campionato che continua. Con un Frosinone che ha cambiato pelle, senza dubbio. Ha cambiato marcia, decisamente. Squadra finalmente volitiva e recettiva sia sotto il profilo tattico che tecnico. Ma che deve innalzare ancora l’intensità e dell’attenzione per staccarsi – in queste 14 giornate che restano al traguardo – da quel penultimo posto che al momento è ancora zavorra sulla stagione giallazzurra. Il meno davanti alla zona-salvezza non va visto con patema d’animo. Ma nemmeno va perso di vista. La gara dello Stadium ha aggiunto qualcosa della quale non c’è percezione tangibile ed immediata ma che rappresenta un altro mattoncino in quel percorso di crescita intrapreso da mister Baroni. E sarà necessario pensare una partita alla volta, quindi alla Roma che arriva forte del quinto posto ma anche con qualche problema denotato contro gli uomini di Mihajlovic. Un derby che tre stagioni fa il Var avrebbe girato dalla parte dei giallazzurri (due rigori negati) ma sappiamo tutti come andò a finire.

L’INSEGNAMENTO DEL GIRONA – Il Frosinone non dovrà pensare che solo dopo la fine di questo percorso ad ostacoli, il cammino sarà più facile da affrontare. Il Frosinone vincendo a Marassi contro la Samp ha dimostrato che un pallone che rotola su un prato verde permette tutto. Anche che, nella Liga spagnola, un Girona – 13 partite tra campionato e Coppa senza vittorie – poi vada a sbancare il ‘Bernabeu e con un bel colpo di reni si allontani dalla zona retrocessione. Della serie, artefici delle proprie fortune. Come direbbero gli americani in stile-Obama, “yes we can”. Oltre i fischi thriller che pure nella massima serie spagnola mietono vittime. Perché ormai tutto il Var è… un Paese.

Giovanni Lanzi

Articoli Recenti