IL LIVORNO DI BREDA, COME FAR FRONTE ALL’EMERGENZA

Lunedì sera i labronici al 'Benito Stirpe', il tecnico alle prese con diverse modifiche forzate dovute ad infortuni e alla squalifica di Marsura. Tutti i disponibili sulla corda. Patron Spinelli dopo il ko col Chievo ha tenuto la barra a dritta
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Arriva il Livorno e si può scomodare il famoso appellativo di ‘nobile decaduta’. I labronici, infatti, sfiorarono lo scudetto nella stagione 1941-’42 quando persero lo scudetto in finale con l’Inter e nel 1942-‘43  quando furono protagonisti di una lotta serrata con il Grande Torino che vinse il tricolore per un punto di differenza. Fino alla metà del ‘900 i granata disputarono ben 13 stagioni nella massima serie. Serie A che il Livorno riconquistò nel 2003-’04. Partecipando anche alla Coppa Uefa.

Un bel salto in avanti. Il presidente Spinelli, in questi giorni, ha ragionato a lungo sulla posizione di Roberto Breda subito dopo l’ultimo turno. Ha tenuto la barra a dritta il vulcanico ma espertissimo patron genovese: il trainer trevigiano è rimasto sulla panchina dei labronici. La sconfitta con il Chievo non è stata affatto indolore soprattutto se messa in relazione ad un aspetto: una vittoria e un pari in 7 partite non hanno soddisfatto la Società. Dicevamo di Breda, artefice indiscusso della salvezza ottenuta la scorsa stagione. Un ragazzo umile ma tanto concreto, da calciatore quanto da allenatore. Sfiorò la promozione in serie A con il Latina nel famoso spareggio con il Cesena. L’attuale portiere giallazzurro Iacobucci era il titolare in quella squadra. Breda quella sera del giugno 2014 sfiorò la svolta della sua carriera. Che ha continuato comunque tra i Cadetti  tra Ternana, Entella e Perugia. Prima di salvare il Livorno la scorsa stagione. Quest’anno la squadra è stata rimodellata. Ha perso Diamanti che ha scelto l’Australia per un fine carriera dorato. Tra gli arrivi dell’estate quello dell’attaccante Mazzeo, ex Foggia e che nel Frosinone ha giocato una stagione di B. Poi Marsura, prelevato dal Carpi, il giovane Del Prato prodotto del vivaio dell’Atalanta, l’esperto Morganella dal Padova, Rizzo dal Bologna, gli svincolati Stoian e Viviani, gli attaccanti Braken dall’olandese Nec gli attaccanti esterni Marras e Brignola rispettivamente dal Pescara e dal Sassuolo e la conferma dal Milan del portiere Plizzari. Al capitolo conferme non possono sfuggire quelle dell’ariete Raicevic, un giocatore determinante la scorsa stagione nella rincorsa alla salvezza, quella del capitano Luci, del difensore Bogdan a lungo oggetto dell’interesse sul mercato estivo, del difensore Di Gennaro.

Contro il Frosinone ci saranno assenze pesanti: lo squalificato Marsura, autore di due reti al Chievo, gli infortunati Brignola (lesione muscolare che si somma all’infortunio al tendine), Rizzo, l’ex Federico Viviani che sta continuando il programma di recupero personalizzato e ultimo nell’ordine anche l’ex romanista Stoian (rottura dei legamenti del ginocchio). Dal punto di vista tattico il tecnico Breda è partito con il 4-4-2 per poi passare al 3-4-3 ma ha utilizzato anche il 3-4-2-1. Contro il Frosinone – per il problema della mancanza di esterni offensivi – una delle ipotesi è quella del doppio attaccante (due tra Braken, Mazzeo e Raicevic) sostenuti alle spalle dal funambolico Marras, Del Prato e Gasbarro esterni con Luci e Agazzi in mezzo mentre in difesa ci sarebbero Gonnelli al centro, Boben e Bogdan bracci corti. Ma anche un 3-4-3 con Murilo, Raicevic e Marra sulla stessa linea d’attacco, centrocampo con Porcino e Del Prato sulle corsie, Luci e Agazzi in mezzo e, davanti a Zima, Di Gennaro con Boben e Gasbarro.

Giovanni Lanzi

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