Il Frosinone si riduce a giocare l'accesso alla lotteria playoff venerdi sera in casa con il Pisa degli ex. Puntualità, attenzione e costante vicinanza della Società non possono venire tradite: ovunque sono un valore

IL DOVERE DI CREDERCI, IL CORAGGIO DI FARLO. OLTRE LE PAROLE

I giallazzurri di Nesta pagano inevitabilmente il prezzo dello stop. Ma possono diventare la variabile impazzita nella extra-season, a patto di ritrovare condizione mentale, fisica e uomini. Bagarre: ben 15 squadre impelagate. E finale da film thriller
 In Il Punto

Puntualità, attenzione e vicinanza spesso vengono scambiate per debolezza. Dipende però da chi le interpreta, come sempre accade nella vita. La puntualità, l’attenzione e la vicinanza della Società del Frosinone nei confronti dei propri tesserati è solitamente un valore riconosciuto. Ma, appunto, oggi più che mai dipende da chi deve interpretarne il significato. Il momento storico che sta vivendo il Frosinone post-ripresa è senza dubbio pesante. Crisi di risultati e crisi di gioco. E qualcosa che si è bloccato tra cervello e gambe. La colpa? Paradossalmente delle sei vittorie di fila al minimo (tranne il 2-0 a Cosenza) prima degli scricchiolii di Livorno e del rovescio in casa con la Cremonese, mascherato quest’ultimo dagli errori arbitrali. E poi della maledetta classifica: ha atteso a lungo la squadra giallazzurra. L’ha fatta illudere. E proprio quell’effetto ‘ottico’ ha probabilmente creato una sorta di ipnosi per il quale tutto si sarebbe potuto aggiustare in corsa. La giornata successiva. Magari recuperando Tizio e Caio piuttosto che Sempronio, magari facendo scoccare la scintilla, magari accrescendo la condizione di una squadra ‘esperta’ come l’ha definita il tecnico Alessandro Nesta. Non è stato così, il Frosinone in 9 giornate ha lasciato sul campo di battaglia il secondo posto, il terzo ed anche il quarto. E pure la matematica certezza a -90’ dal gong di avere almeno un posto playoff in tasca. Niente di tutto questo. Perché quel posto bisognerà sudarselo la sera di venerdi 31 luglio in due modi: o vincendo come ai bei tempi, o provando a speculare sul risultato con un orecchio teso a quello che accadrà sugli altri campi (Salerno e Verona). Meglio il primo. Non c’è partita.

IL PREZZO DELLO STOP – Un breve riassunto della puntata precedente la sconfitta maturata a Crotone: la partita con il Benevento. I sanniti durante buona mezzora del primo tempo e per qualche tratto della ripresa hanno anche provato ad allargare le maglie per mancanza esclusiva di motivazioni, al di là di tutto. Quando hanno accelerato sono entrati come una lama nel burro. Al di là del singolo errore, non è la difesa il problema perché nessuno è diventato brocco in quel reparto come in altri. Il problema è nel serbatoio mentale e per qualcuno anche fisico. Che fa giocare col freno a mano tirato, che fa giocare un tempo ma anche meno, che fa giocare con la paura della… giocata. A proposito di quel coraggio che lo stesso Nesta ha invocato nelle ultime settimane. E’ vero, ci sono gli infortuni a pesare. Un macigno. Ma evidentemente il Frosinone ha pagato più di altre squadre i due mesi trascorsi tra inattività e ‘lavoro passivo’. Non può esserci altra spiegazione.

90’ PER SVOLTARE, POI IN CAMPO DA PERICOLO PUBBLICO – E adesso? Semplice: c’è il dovere di crederci e farlo con quel coraggio che è dei veri uomini e professionisti. Crederci con coraggio e non solo a parole. Nesta nel post-partita di Crotone ha dichiarato che “dipende sempre da noi e finché dipende da noi, io ho speranze”. E’ un messaggio diretto alla squadra. Un messaggio che probabilmente rivolge anche a se stesso. Serve a tutti ad assumersi le responsabilità al cospetto di una Società che per puntualità, attenzione e vicinanza non può vedere deluse le aspettative di una stagione. Il Frosinone degli ultimi 5 anni ne ha trascorsi 2 in serie A e 2 e trequarti al vertice della serie B. Questo ultimo spicchio di stagione non può mandare all’aria quanto si è costruito l’estate scorsa. Al netto degli inevitabili errori che compiono – per volare altissimi – anche le dirigenze della Juventus, del Real Madrid, del Liverpool e del Bayern di Monaco. Nonostante tutto il Frosinone ai playoff, un Frosinone che finalmente svuoterà l’infermeria, può essere la mina vacante. Ed anche incrociarlo non sarebbe per nessuno una passeggiata di salute. Il dovere di crederci, allora, prima di tutto. Con coraggio vero.

LE ALTRE – Un’ammucchiata senza fine a 90’ dal gong della stagione regolare dovrà decidere altre tre tipologie di verdetti: la griglia playoff, la griglia playout e le altre due squadre che saluteranno la serie B dall’ingresso principale. Quindici formazioni su 20 col fiato sospeso dopo il turno di lunedi sera che ha riservato sorprese, conferme e new entry un po’ ovunque. Un denominatore comune: il livellamento evidente, in basso, dell’espressione tecnica di un campionato che rispetto a quello di 15 anni fa (giusto per fare un esempio) è la brutta copia. Per non parlare della B di 20-30 anni fa. Pianeti differenti. Per capire: tra lo Spezia, terzo in classifica, e il Trapani ci sono 17 punti. Sembrano una enormità ma non lo sono. Basta infatti un esempio: il Frosinone alla ripresa post-lockdown aveva -2 dal Crotone, ad oggi la distanza è -15. Tredici punti in 9 partite.

Intanto due giornate ravvicinate hanno messo a dura prova i ‘garretti’ dei giocatori. Lo Spezia con un filo d’acceleratore si accontenta dello 0-0 in casa con l’Entella nel derby tutto ligure. Terzo posto al momento e comunque una posizione privilegiata per i ragazzi di Italiano alla lotteria degli spareggi e salvezza per la squadra di Boscaglia che funge da spartiacque tra le ‘speranze’. A -1 dai bianchi c’è il sorprendente Pordenone che Tesser ha portato dalla Lega Pro a giocarsi un posto per la serie A. I ‘ramarri’ fanno 1-1 in casa con la Salernitana ma possono tenere a bada il ritorno del Cittadella (1-0 al Venezia che si giocherà tutto con Perugia in casa) perché venerdi andranno a far visita ad una Cremonese che – grazie al 2-1 di Castellammare, con la Juve Stabia nel dramma totale – trascorrerà la prima partita senza patemi dopo almeno 7 mesi di campionato. Quando si parla di livellamento in basso, il riferimento non può non andare al Cittadella che dopo 5 ko di fila grazie ad 1 vittoria si (ri)piazza al quinto posto. Davanti al Chievo che 2 turni fa era già con l’ombrellone dentro la macchina (dopo il karakiri di Castellammare) e che grazie a 2 successi (l’ultimo in casa del Benevento che rimette nel cassetto l’obiettivo di agganciare il record di punti che è del Palermo) ha agguantato il Frosinone. Come il Pisa che al 96’ batte 1-0 l’Ascoli – condannando i marchigiani a fare i calcoli in casa col Benevento (ma i sanniti l’ultima partita di cuore l’hanno giocata probabilmente a Frosinone, ndr) – e si giocherà tutto venerdi sera al ‘Benito Stirpe’ nella serata che di amarcord (per Gucher, Soddimo e Masucci) avrà ben poco.

Tonfo epocale dell’Empoli (1-5, fase difensiva sotto accusa) con il Cosenza (quarta vittoria di seguito per i calabresi) in casa ma attenti: gli azzurri – con una combinazione di… cellule – possono centrare i playoff perché all’ultima andranno sul campo del Livorno. Che ha fatto soffrire il Pescara, passato grazie ad una rete di Maniero che al momento dà solo l’illusione ottica di stare dentro i playout. Venerdi la squadra di Sottil viaggerà alla volta di Verona, in casa del Chievo. Infine il Perugia che ribalta le idee di quanti credevano nella vittoria-salvezza: il Trapani vince 2-1 al 94’. E adesso Castori spera di vincere l’ultima in casa con il Crotone e di riavere i 2 punti della penalizzazione. E poi fare i conti. Fine luglio di fuoco, non sulle spiagge ma sui campi della serie B.

Giovanni Lanzi

Articoli Recenti