Alla scoperta dei pitagorici che nell'ultimo turno hanno staccato il biglietto per la seconda promozione in serie A. Dopo quella con Juric nel 2016 e quella in B con Gasperini nel 2004

IL CROTONE DI STROPPA NASCE DALLA SALVEZZA DI UN ANNO FA

Il ds Ursino è il 'vate' indiscusso del club calabrese: l'estate scorsa il corposo maquillage, compreso la scoperta di Messias. E a gennaio un paio di ritocchi. Il 5 febbraio parlava ancora di... salvezza
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Crotone in serie A per la seconda volta nella sua storia, agli altri resta la lotteria degli spareggi agostana. La squadra di Stroppa stacca il biglietto per il secondo posto e affianca il Benevento che il campionato lo aveva messo in tasca matematicamente sette giornate fa. La serie B trionfa al Sud e aspetta la terza della quale al momento è complicato decifrarne i tratti somatici. Nell’ultimo turno gli ‘squali’ hanno fatto bottino pieno a Livorno ma contemporaneamente lo Spezia non è andato oltre lo 0-0 a Cremona: quindi è la matematica che ha confortato la promozione, oltre i fatti. Metamorfosi totale rispetto ad un girone fa: i rossoblù si presentarono alla sfida con i giallazzurri al 6° posto in classifica con 25 punti complessivi, allora appena 1 in più del Frosinone. Alla vigilia della gara di lunedi sera all’Ezio Scida il Crotone è a +12 sul Frosinone al quale ha preso 10 punti dalla ripartenza post-lockdown. E pensare che il vero ‘vate dei rossoblu, il ds Beppe Ursino, non più tardi del 5 febbraio scorso parlava di salvezza da conquistare prima di pensare a voli pindarici. Bluffava amabilmente. Anche perché lo scorso anno i calabresi si erano salvati sputando lacrime e sangue con una squadra importante per la categoria e, soprattutto, richiamando Stroppa sulla panchina.

Ma vediamo come i rossoblu sono arrivati a questa promozione. Il Crotone dal mercato estivo ne era uscito totalmente rivoluzionato. Separate definitivamente le strade con l’attaccante Budimir, riscattato dal Mallorca: un elemento che sotto la guida di Juric (prima promozione in A) si era imposto da realizzatore di razza in serie B ma poi non aveva trovato la consacrazione alla Samp. E ancora: Martella, Faraoni e Sampirisi avevano lasciato la Calabria per approdare rispettivamente al Brescia, all’Hellas Verona e al Monza. Svincolato Rohdén che si è accasato proprio al Frosinone. Terminati i periodi di prestito di Vaisaanen, ora al Chievo, Machach tornato a Napoli e poi passato al Cosenza, il bomber Pettinari rientrato al Lecce e quindi al Trapani e il duo Marchizza-Tripaldelli al Sassuolo, col primo che in estate si è trasferito allo Spezia. Al capitolo acquisti ingaggiati Mazzotta svincolato dal Palermo (per lui un ritorno visto che indossò la maglia del Crotone dal 2011 al 2014), Gigliotti dalla Salernitana e Marrone dall’Hellas Verona che si è rivelato specialista in promozioni dopo il successo dello scorso anno con gli scaligeri. A centrocampo qualità e quantità: Rutten dall’Olanda, l’esperto Mustacchio dal Perugia ed infine il giovanissimo Crociata rientrato dal prestito di Carpi. In attacco il ds Ursino bravo a resistere alle richieste per il nigeriano Simy, confermatosi bomber di razza. E a quelle per il portiere Cordaz. E poi la perla di Messias Junior pescato dal Gozzano, squadra militante in Serie C. Anche qualche passaggio a vuoto, come Vido preso in prestito dall’Atalanta e poi ceduto a gennaio al Pisa ed Maxi Lopez che non ha trovato grande alchimia con il credo di mister Stroppa. A gennaio un paio di perle in entrata come l’ala Gerbo dall’Ascoli e Jankovic dalla Spal. E una marcia costante prima dello stop dei campionati che aveva portato i rossoblu a scavalcare proprio il Frosinone in occasione dell’ultima partita prima del lungo letargo forzato. Quindi una ripartenza con qualche pareggio di troppo, l’innesto delle marce alte e la promozione matematica a 2 turni dalla fine. Quanto a Stroppa, per lui si tratta di un ritorno nel grande calcio dopo la breve esperienza nel Pescara diverse stagioni or sono. Sulle orme di Gasperini (promozione in B del 2004) e Juric (promozione in A del 2016) senza dimenticare l’ottimo sesto posto con Drago, buona panchina non mente passando da Crotone.

Giovanni Lanzi

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