‘GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA’, EMOZIONE-GORI: “DA BAMBINO IL CAMPETTO DELLA PARROCCHIA ERA IL MIO SAN SIRO, SABATO CI TORNO A GIOCARE…”

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FROSINONE«Da bambino il campetto della Parrocchia era il mio San Siro, sabato con il Frosinone giocheremo di nuovo a San Siro…».Da San Siro a… San Siro, dal sogno di un bambino diventato uomo, che con la caparbietà, bravura e tenacia ha voluto scalare i gradini del calcio italiano. Il centrocampista del Frosinone, Mirko Gori, emoziona gli oltre 500 bambini delle scuole cittadine (provenienti dai 4 Istituti Comprensivi e dei due Paritari), commuove i più adulti e strappa ‘bipartisan’ standing ovation a raffica al Cinema Teatro Nestor. L’occasione è stata la Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che si è svolta grazie al brillante coordinamento del dottor Antonio Loreto, dirigente del Settore Welfare del Comune Capoluogo e della sua struttura, il funzionario dottoressa Valeria Saiardi e la pedagogista dottoressa Monia Morini oltre alla dottoressa Simona Campagna dell’Ufficio del Garante.

Una mattinata bella, intensa, lunga. Ben organizzata. La gioia dei bambini arrivati alla spicciolata sotto l’occhio attento degli insegnanti, la gioia di qualche mamma, papà e nonno che li hanno attesi all’ingresso del glorioso e storico Teatro cittadino.

La regia di tutta la manifestazione è stata curatadall’assessore alla Cultura, Spettacolo e Sport, Valentina Sementilli che ha moderato con estrema precisione – secondo una scaletta preordinata – gli interventi iniziali. Esattamente cinque. Con la sala gremita che ha seguito con grande attenzione le parole del sindaco di Frosinone, avvocato Nicola Ottaviani, del Prefetto, S.E. dottor Ignazio Portelli, del Dirigente Vicario dell’Ufficio Scolastico Provinciale, professor Pierino Malandrucco, del dottor Jacopo Marzetti, Garante per la Regione Lazio dell’Infanzia e Adolescenza e, appunto, del calciatore del Frosinone, Mirko Gori. “Essere bambini è un diritto” e in un mondo in cui i bambini sono costantemente le prime vittime sacrificali di guerre e soprusi, è uno slogan che deve diventare davvero realtà e indurre sempre maggiormente ad una attenta riflessione il genere umano. Gli occhi di quei bambini e adolescenti che hanno dato il classico ‘cinque’ a Gori, prima e dopo, hanno voluto scattare il selfie-ricordo, hanno chiesto l’autografo, sono fotogrammi da regalare alla Storia.

Gori ha preso la parola per ultimo, accolto da applausi e cori da stadio. Ma vogliamo partire da lui. «Il mio ringraziamento in primo luogo va a chi ha voluto fortemente che fossi qui. Mi piace ripensare alla mia infanzia e mi piace ricordare che il mio percorso nel calcio è iniziato su una strada e poi su un prato. A quei tempi bastavano due sassi per delimitare una porta, un pallone e poi la ricchezza del tempo da condividere insieme agli amici fino a quando le nostre madri venivano a requisirci il pallone. Oggi – ha proseguito Mirko, interrotto da applausi per ben due volte –quello che manca forse sono le cose semplici di una volta. Alla bellezza rappresentatadall’incontrare un amico, chiacchierare, giocare, divertirsi. L’invito che mi sento di farvi è intraprendere le strade semplici, genuine. Io ricordo che la prima volta che ho giocato nel campetto della nostra Chiesa mi sembrava di giocare a San Siro. Dopo questi trascorsi qualcuno ha notato che ci sapevo fare col pallone ed ho iniziato a giocare praticamente a casa mia, a Tecchiena. Poi da lì ho iniziato a coltivare il mio sogno, ho alzato l’asticella. Il Frosinone mi ha notato, 4 anni con le squadre minori. Quindi a 17 anni un anno lontano da casa. E’ stato difficile ma pensavo sempre a quel famoso sogno, alla voglia di realizzare, al talento da sfruttare. Ho continuato a studiare perché è giusto che cofosse. E poi sono tornato, ho vinto dei campionati con la squadra per la quale tifavo da bambino. Ho vinto un campionato di B, ho avuto la fortuna di giovare in A col Frosinone. E se oggi mi guardo indietro e ripenso a quel bambino che giovava per strada… Ricordate? Parlavo di San Siro, sabato saremo a San Siro! Ed ho realizzato un altro piccolo sogno di quel bambino che ero io…».

Prima di Gori sono intervenute le massime autorità presenti tra i relatori. A cominciare dal sindaco Ottaviani. «Devo ringraziare l’assessore Sementilli, come mamma ha dato una dimostrazione di grande affetto – ha esordito il Primo Cittadino. Ma il mio iniziale ringraziamento va ai tanti Istitutori. Grandi professionisti della cultura e della sensibilità. E poi vorrei ringraziare i vostri genitori, i vostri nonni. Capaci di privarsi di tutto pur di farvi studiare. Noi da ragazzi avevamo un simbolo, un film bellissimo per l’epoca: Pinocchio. L’immagine di questo genitore che si privava di tutto per mandare il figlio a scuola. E il primo strumento di cui ebbe bisogno fu l’abecedario, che ha fatto parte di noi, di quell’epoca di alunni, di bambini. L’abecedario del 2018 forse è rappresentato eccessivamente dagli strumenti tecnologici. Non sono la verità assoluta, non sono il sole. Pensate allora alle colonne di Ercole varcate da Ulisse, si entrava nell’ignoto. Ebbene, internet, la Rete, quei post che voi mandate sono come quel mare, quell’oceano che vi era dopo quelle famose colonne di Ercole. Bisogna essere attrezzati per ‘navigarlo’. Se avete dei dubbi, rivolgetevi sempre a papà, mamma e soprattutto parlatene con i vostri docenti. Un ultimo pensiero: ricordiamo la parabola dei talenti. I vostri talenti vanno coltivati, sono tesori damettere a disposizione della collettività. Della classe. Della famiglia. Della società che vivete. Custoditeli e valorizzateli».

E’ stata quindi la volta del Prefetto di Frosinone, dottor Portelli: «Voi siete parte vitale della nostra Nazione, siete il vivaio di questa città, di questa provincia, del Lazio. E’ un compito importante il vostro: dovete crescere bene e stare lontano da qualche pericolo che potrebbe presentarsi in agguato. Conosco il vostro mondo, apprendo tanto dalle mie presenze nelle Scuole della provincia. E le passioni non le dimostrate soltanto nello studio, voi siete protagonisti di tante iniziative anche di volontariato e di rispetto dell’ambiente. Penso anche alle opportunità che si offrono a chi si impegna, anche nello Sport. Abbiamo l’esempio di 300 ragazzi italiani chiamati negli States per allenarsi in quel contesto specifico. E poi mi piace ricordare – ha concluso il Prefetto – le parole del grande Maestro di musica Ennio Moricone: gli chiesero quale fosse il segreto dei suoi successi e lui rispose che fin da piccolo si era impegnato, aveva seguito gli insegnamenti dei suoi docenti, crescendo. Quindi impegno, tenacia e costanza sono i modi con cui poter svolgere la propria adolescenza. Attenti a quello che avete di fronte. Attenti a chi vi spinge verso odio, intolleranza e strafottenza. Fuggite sempre dai pericoli».

«Oggi si celebra una giornata importante e il mio ringraziamento va indirizzato a tutti i presenti. Una giornata – sono le parole del professor Malandrucco – che celebra questo patto per il mondo della Scuola: l’alleanza tra la famiglia, la Scuola stessa e le Istituzioni. Un patto che ci aiuta a difendere soprattutto dei diritti dei più giovani».

«Oggi è la vostra giornata – ha così esordito nel suo intervento il dottor Marzetti, un momento importante di riflessione che ci permetterà di conoscere i vostri lavori nella Scuola. E poi è un piacere avere qui accanto a noi il Frosinone con un suo calciatore. Voglio però soffermarmi su un aspetto particolare: il diritto all’ascolto. Per voi fondamentale. Dovete obbligare tutte le persone che vi sono vicine ad ascoltare le vostre esigenze, le vostre problematiche. Ma non è solo un diritto ma anche un dovere per voi: ascoltare quindil’esperienza dei più grandi, ascoltare i vostri compagni. E soprattutto parlare tra di voi, creare un grande rapporto di squadra che sarà determinante per tutto il resto della vostra vita».

La bella iniziativa, dopo gli interventi e la consegna della targa ricordo a Gori, è quindi proseguita con le diverse attività presentate dagli Istituti presenti.

Giovanni Lanzi

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