‘FROSINONE SALE IN CATTEDRA’, A TECCHIENA LA STAR E’ GOLDANIGA. ALIMENTAZIONE, SICUREZZA E FAIR PLAY ‘PANE’ PER GLI STUDENTI

 In Attività, Prima Squadra

FROSINONE – Scuola e Sport. Scuola e Sicurezza. Scuola e corretta forma fisica. Scuola e fair play. Scuola e… il Calcio al centro della Scuola. Il progetto ‘Frosinone Sale in cattedra’ del Frosinone Calcio è ripartito in questo lunedi piovoso a Tecchiena dove ad osannare il calciatore del Frosinone, Edoardo Goldaniga, erano presenti circa 200 studenti. Un successo, diciamolo subito. Un’ora e 15’ fitte, platea attentissima e coinvolta. Il difensore milanese – tornato dalla trasferta di Parma alle 3.30 del mattino a causa di un forte ritardo dei treni – è stato vero protagonista della mattinata. Ha raccontato episodi della sua vita calcistica, i primi passi con quella naturale emozione che è dei ragazzi di quella età. E poi è stato subissato da domande di ogni tipo, alcune c’è da dire anche molto interessanti sotto il profilo giornalistico. Presso l’Aula Magna dell’I.C. 3 della Scuola Secondaria di I Grado ‘Egnazio Danti’ di Tecchiena si sono dati appuntamento, oltre ai ragazzi dell’Istituto locale anche i pari età dell’IC di Alatri 1 e Alatri 2. Accompagnati dagli insegnanti sotto l’attenta supervisione dei dirigenti di Istituto, la dottoressa Raffaella Carrubba per la Scuola di Tecchiena e il dottor Angelo Urgera per l’I.C 2 della Città dei Ciclopi.

Ampio e qualificato il parterre di relatori che accompagneranno il progetto per tutta la stagione. Frosinone Calcio rappresentato dal responsabile Marketing & Comunicazione-rapporti Istituzionali, Salvatore Gualtieri, ideatore del Programma Experience e il responsabile di tutti i progetti Experience, Giuseppe Capozzoli. Con Goldaniga, il preparatore atletico professor Paolo Nava. E poi la Questura di Frosinone con il I Dirigente dottoressa Antonella Chiapparelli. Al suo fianco Emilia Celani, assistente Capo tecnico e responsabile Urp e l’assistente Capo della Squadra Stadio, Nicola D’Alessandris. Quindi il padrone di casa, il dottor Pierino Malandrucco, Primo Dirigente Vicario del Provveditorato.  E per l’Ateneo Cassinate, new entry nel progetto-Scuola per la stagione appena iniziata, la dottoressa Marika Gimini, delegata al Corso di Laurea in Servizi Giuridici per il lavoro, Pubblica Amministrazione, Sport e terzo settore.

Il dottor Malandrucco ha aperto la mattinata con un brevissimo ma significativo saluto. “Il nostro programma quest’anno si è arricchito dopo l’ottimo lavoro svolto. La scorsa stagione furono 6 gli appuntamenti, adesso saranno 8. E iniziamo proprio da Alatri, il mio paese. Con grande piacere personale. Mi piace ringraziare per l’occasione tutti gli Istituti Comprensivi di Alatri, i ragazzi presenti, i docenti e i dirigenti”.

“Questo tipo di incontri – ha detto Gualtieri per il Frosinone – rappresentano un valore assoluto per tutte le realtà coinvolte. Il Frosinone Calcio è molto attento a tutti i progetti che hanno a che fare con il Territorio, i Tifosi, il brand, la Scuola, la Solidarietà. Nella nostra agenda è in programma dall’11 al 18 novembre prossini un viaggio in Cina dove andremo con la Academy giallazzurra per insegnare calcio con i nostri allenatori ciociari. Sono allo studio anche degli scambi culturali e durante le festività di Natale riceveremo la visita di una Scuola Calcio di Toronto affiliata con noi. ‘Frosinone sale in cattedra’ come sapete è inserito nel più ampio progetto Experience creato dall’Area marketing & Comunicazione lo scorso anno e che non riguarda solo le Scuole ma come ho già detto anche il Territorio, lo sviluppo del ‘brand’, la Solidarietà, lo Store e tanti progetti che sono in fase di sviluppo”.

Il microfono è passato quindi a Goldaniga. Che Gualtieri, nel presentarlo, ha ringraziato personalmente per la presenza: “Nonostante il rientro a Frosinone a notte fonda e con gli allenamenti fissati al pomeriggio, voglio ringraziare personalmente il giocatore per la sua presenza a questo appuntamento”. E giù l’applauso dei ragazzi. Raddoppiato alla richiesta di Capozzoli del bis per il professor Nava.

“Non è facilissimo raccontarmi – ha esordito il difensore giallazzurro con un po’ di emozione che ha però subito messo da parte –. Ma una piccola parentesi della mia vita ve la racconto, per darvi anche il senso delle mie parole. A 13 anni, quando ero nel settore giovanile del Piacenza, fui mandato a casa due volte perché non riuscivo a crescere di statura. Mi chiamavano addirittura nano. Però ho sempre cercato di non mollare. E così sono cresciuto con il tempo, andandomi a riprendere quegli spazi e quelle soddisfazioni che mi sembravano precluse da bambino. Ecco, quindi, l’insegnamento che deve essere rivolto a tutti voi: non mollate mai, credeteci sempre. Lo sport è aggregazione, lo sport e il calcio nel particolare permettono anche di allontanarsi da situazioni particolari che possono sempre aleggiare sulle nostre teste nella vita. Il mio invito è che ognuno di voi debba continuare a credere nei propri sogni. I sacrifici? Nel calcio non sempre tutto è bello come si vuol far immaginare. A 17 anni fui mandato a Palermo, lontano dalla mia famiglia che per me rappresentava e rappresenta tutto. Ho sempre tenuto la testa sulle spalle, senza mai cedere a tentazioni…”.

E’ la volta del professor Paolo Nava. Che torna in cattedra. Tutti attenti mentre spiega l’importanza di una corretta attività fisica abbinata ad una sana alimentazione sin dall’età scolare. L’intervento del preparatore ha riguardato i due cardini soprattutto per le nuove generazioni: alimentazione sana e corretto stile di vita. Il suo intervento infatti è iniziato con una slide a dir poco esplosiva: in Italia ci sono 11 milioni di obesi! “L’attività fisica è fondamentale – ha detto il ‘prof’ giallazzurro – come lo è la riduzione progressiva del tempo di sedentarietà di ognuno di noi ma va associata ad una alimentazione che deve portare a nutrirsi bene, evitando eccessi e seguendo attentamente dei criteri che portano ad evitare che inneschino processi viziosi. Quindi, adeguata idratazione durante tutta la giornata, pasti nutrienti, diminuzione del livello di zuccheri ed attività fisica che può anche non essere solo quella agonistica. In sostanza una dieta equilibrata. E’ importante anche una semplice passeggiata durante la giornata, importante svolgere attività fisica, importante evitare di restare per ore attaccati a computer, videogiochi e telefonini. E poi non sempre mangiare e nutrirsi coincidono. Prestare quindi attenzione al consumo di cibi preparati, confezionati, degli zuccheri in eccesso. Vanno invece consumate tanta acqua, tanta frutta e verdura che contengono acqua. Un fattore importante per gli studenti, un fattore di aiuto al lavoro quotidiano e qiundi allo studio. E’ chiaro che invece l’alimentazione per uno sportivo assume aspetti diversi. Nel calciatore l’alimentazione stessa può avere un programma personalizzato a seconda delle esigenze stesse».

E’ intervenuta quindi la dottoressa Chiapparelli della Questura. Che con grande accessibilità di linguaggio ha spiegato il significato della Sicurezza negli Stadi. «Dobbiamo sempre più considerare – ha detto la dirigente della Questura – gli impianti come fossero dei teatri all’interno dei quali esaltare la nostra passione. Noi siano un team unito con il Frosinone Calcio. E la squadra che gioca le sue partite in un impianto sicuro dispone sicuramente di un valore aggiunto. E’ un elemento in più che aiuta a portare in dote il risultato, un elemento in più. E quindi è anche importante l’approccio alla Sicurezza, da fare nella maniera più sicura possibile. Con l’invito a tifare ‘per’ e mai più ‘contro’. Questo permetterà di riportare allo stadio sempre più numerose le famiglie, nel miglior contesto di sicurezza per tutti. Il ‘Benito Stirpe’ è stato concepito per accogliere gli avversari e i tifosi nelle migliori condizioni. Uno stadio inteso come luogo dove andare a godere lo spettacolo, come si va al cinema o a teatro. Abbiamo pensato che più il tifoso si sente a casa sua e più può fornire il giusto sostegno alla propria squadra. E quindi per quanto riguarda il nostro lavoro è fondamentale la prevenzione che, all’interno del ‘Benito Stirpe’ viene curata ed osservata dal Gruppo Operativo di Sicurezza. E per quanto riguarda la zona all’esterno dello stadio, il via libera alla famosa strada ancora in via di definizione, darà un ulteriore valore aggiunto grazie al Village nel quale i tifosi saranno chiamati ad interagire con la presenza sempre più massiccia da parte delle famiglie. Nel video avete visto quelle persone con la casacca gialla: loro garantiscono la vostra presenza e la vostra comodità nello stadio. E un’ultima cosa: avete visto sempre nel video una stanza grande, all’interno delle persone. E’ il Gruppo Operativo di Sicurezza, che sovrintende alla vostra sicurezza all’interno del ‘Benito Stirpe’. La stessa sicurezza in un cinema o in un teatro…».

Ha chiuso la mattinata di interventi la dottoressa Gimini dell’Università di Cassino. Che ha toccato il tema del fair play e terzo tempo. “Il significato di fair play, affrontato in tutte le discipline sportive, letteralmente vuol dire comportamento ‘eticamente corretto’ da adottare. Se ne parla nel calcio ma non è affatto un argomento moderno, perché il concetto di fair play nasce nell’800 in Inghilterra. Perché nasce? Sicuramente per promuovere amicizia, rispetto del gruppo e del prossimo. Guardate la foto del bambino portoghese che consola il tifoso francese dopo la finale persa agli Europei 2016: è l’emblema del fair play. Essere e ragionare al di là del tifo. Un aspetto da tenere in considerazione è l’aspetto competitivo che spesso può annebbiare il concetto di fair play. Ci sono stati dei casi eclatanti anche in Italia, con una rissa ed insulti razzisti tra genitori. E’ importante il ruolo di ragazzi nei confronti dei loro genitori, è fondamentale. Parlare con i genitori vi porterà ad essere protagonisti. Infine il terzo tempo. Proviene essenzialmente dal rugby, è un ‘incontro’ alla fine della partita tra i giocatori delle due squadre. E’ un momento di socializzazione che nel calcio è ancora in via sperimentale. Ma l’aspetto da dover risaltare è la necessità che questi concetti, nello specifico fari play e terzo tempo, attecchiscano sin dai primi passi nello sport. Giornate come queste dovranno servire a voi ragazzi per farne tesoro per il futuro che ci si apre davanti”.

Giovanni Lanzi

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