FRARA AGLI ALUNNI DI ISOLA DEL LIRI: “CULLATE LE VOSTRE AMBIZIONI E STUDIATE”

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Il ‘Frosinone sale in cattedra’ parte terza è di scena ad Isola del Liri. Tappa mattutina per gli alunni Istituto Comprensivo della cittadina fluviale – preside la professoressa Gabriella Curato -. All’interno del Teatro Stabile ‘Costanzo Costantini’ si sono date appuntamento 5 classi di terza media, di cui 4 di Isola e 1 della vicina Castelliri. Per il Frosinone il personaggio del giorno è Alessandro Frara. Il Capitano di tante battaglie in maglia giallazzurra con la quale ha conquistato 4 promozioni. Ed ora, da poco meno di un mese, neo direttore sportivo.

Frara salta i preamboli e fa subito le presentazioni di rito: «Sono stato il capitano del Frosinone per 6 anni, ho vestito la maglia del Frosinone per 7 stagioni. Ho smesso di giocare al termine della scorsa stagione, da lì la decisione di prendere un’altra strada di comune accordo con la Società. Ora seguo i nostri ragazzi in prestito nelle società minori. Ho svolto il corso di ds, il patentino l’ho preso da poco. Con me c’era gente abbastanza importante nel mondo del calcio come Leonardo del Milan, l’ex portiere della Roma Morgan De Sanctis. Premetto una cosa, prima di entrare nel vivo – ha continuato Frara -: non sono qui per dare lezioni a nessuno ma solo a raccontarvi della mia vita, della mia carriera».

Con la massima attenzione gli oltre 100 alunni hanno ascoltato le parole di Frara: «Ho iniziato a giocare al calcio all’età di 8 anni. Con una squadra vicino casa mia. Fui visto da Torino e Juve, che litigarono anche per avermi. E la scelta di andare alla Juve fu legata solo all’orario degli allenamenti in funzione delle lezioni a scuola. Ho fatto quindi tutta la trafila, fino ad arrivare in prima squadra giocando una partita di Champions con Lippi in panchina, in una serata a a Glasgow di fronte a 60.000 persone. Una esperienza bellissima per i miei 18 anni. Ho però continuato a studiare, anche perché la mia famiglia voleva così. Ho fatto il Liceo Classico a Torino, l’Università a Scienze Politiche e mi sono laureato quando già giocavo, ero sposato ed avevo due bambini. Quegli studi mi sono serviti anche ora che ho smesso di giocare. Sono stati buon bigliettino da visita – spiega Frara – anche per accedere al corso di ds. Studiare mentre giocavo consideravo il classico Piano B ma non vi nego che all’inizio era addirittura il Piano A. Il calcio è bello e coinvolgente ma non sempre e a tutti regala soddisfazioni. Considerate – rivela l’ex capitano giallazzurro – che per ogni ragazzo che inizia a giocare in un settore giovanile professionistico, ne arriva 1 su 30.000. Non voglio scoraggiare nessuno, anzi. Bello cullare i sogni, bisogna crederci però».

«Una volta esordito in Champions – ricorda ancora Frara – mi allenai tutto l’anno con la prima squadra. Vincemmo anche lo scudetto, un anno bellissimo che mi ha permesso di stare al fianco di grandi campioni come Buffon, Del Piero, Trezeguet. Poi ho fatto l’esperienza di Bologna, sempre in serie A. Anche lì una squadra molto forte, c’erano giocatori come Pagliuca e Signori tra i tanti. Quindi tanti anni di B, ho girato mezza Italia. Per arrivare a Frosinone, ripartendo dalla serie C per scommessa. E a volte le scommesse si vincono. E’ stato un percorso bellissimo, mi sono regalato, ci siamo regalati ed abbiamo regalato alla città tante gioie. Quello che vi posso dire è solo questo: studiate, credeteci e se avete delle passioni e delle ambizioni coltivatele fino in fondo. Vi racconto una cosa di qualche giorno fa. Ero a cena con mio nipote: un ragazzo bravissimo e molto giudizioso. Ma gli ho detto di provare a coltivare qualche ambizione perché oggigiorno non si può pensare di tirare a campare. Deve salirvi dentro il fuoco sacro, dover fare qualcosa che vi resta dentro anche domani, nel futuro, come esperienza. Ve lo consiglio».

Frara ha quindi toccato l’argomento del momento: i social e le sue interazioni tra i giovani. «L’aspetto che tengo a sottolineare è quello dell’uso che fate dei social network. Fate attenzione, tutto quello che scrivete in Rete rimane. Vi faccio un esempio: il portiere del Milan, Donnarumma, a 14 anni scrisse un commento molto brutto nei confronti del tecnico Allegri che poi si è ritrovato al Milan. Un episodio spiacevole che danneggiò l’immagine del ragazzo. Ecco, state attenti a contatti strani».

Ritorno al calcio giocato, alla sua ultima esperienza da calciatore: «Non è da tutti chiudere la carriera con una vittoria di un campionato, come è capitato a me. Al termine di quella partita col Palermo, pur non sapendo che avrei smesso di giocare, sono scoppiato a piangere – confessa Frara -. Perché vincere un campionato all’età di 36 anni non è cosa da tutti i giorni. Ora, come vi dicevo, ho questo ruolo all’interno del settore giovanile, di valutare i nostri ragazzi in prestito. Cerco di curare non solo gli aspetti tecnici ma anche quelli ambientali dei ragazzi. Un particolare molto importante, mi informo di tante cose della vita personale. Che aiutano a dare il meglio, sempre. E’ successo che di recente ho visto un nostro ragazzo un po’ bloccato, gli ho chiesto cosa fosse successo e gli ho portato la mia esperienza».

Frara è andato oltre. E vista l’assenza giustificata di uno dei preparatori atletici ha toccato anche il tema della nutrizione: «Io sono dell’idea che si debba mangiare tutto – ha proseguito –. Nel modo giusto, sia carboidrati che proteine, frutta e verdura. Ma ci dei giusti limiti, soprattutto per gli atleti, da mantenere. E se il cibo deve diventare un problema, allora meglio mangiare qualcosa in più. Ma tutto si può fare con moderazione».

Infine le domande. Interessanti. Come quella in cui un ragazzo chiede a Frara chi è stato il giocatore a metterlo più in difficoltà nella sua carriera: «Me lo ricordo benissimo, fu Seedorf del Milan. Io giocavo mezz’ala destra con il Bologna, incrociai Seedorf che era la mezz’ala sinistra. Particolarmente in vena a tal punto che la palla l’ho vista in televisione la sera, io non l’ho mai presa».

Giovanni Lanzi

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