DOPPIA RIMONTA, SEGNALE DI VALORE. MA PER VINCERE BISOGNA ANDARE SEMPRE OLTRE OGNI LIMITE

 In Il Punto

Un fiore nel deserto? Un flash nella notte buia e senza luna? Più praticamente qualcosa che fa capire di essere comunque vivi e soprattutto duria morire. Non è poco. Anche se l’ottava di campionato lascia il Frosinone al penultimo posto in classifica, a +2 dal Chievo che per ora viaggia a -1, anche se arriva la settima sconfitta, anche se aumentano i gol incassati (21 e la proiezione a 38 gare fa tremare, ndr) e i gol in fotocopia almeno nella parte conclusiva dell’azione, anche se un gol avversario arriva costantemente ad inizio di un tempo. Con gli ‘anche se’ si potrebbe proseguire per un bel po’ ma ci piace credere che la prestazione al ‘Grande Torino’ possa rappresentare qualcosa di nuovo, almeno per quanto riguarda la ‘garra’ nelle partite in trasferta.E uno spartiacque si spera definitivo dopo la prestazione altrettanto sfortunata e parimenti ingenua con il Genoa. E’ evidente che il termine ‘prestazione’ non può essere utilizzato all’infinito perché adesso deve rapidamente coniugarsi con ‘vittoria’.

VALORI E… LIMITE DI VELOCITA’E poi c’è (anche) un dato positivo: il Frosinone mai in serie A era riuscito a rimontare due reti di svantaggio e nella scorsa stagione di serie B la cosa era riuscita solo nel gelo presiberiano di Cremona da dove si tornò con un pari. Questo significa due cose: che i valori della squadra di Longo non sono proprio quell’entità sconosciuta che lo sfascismo circolante tende a far credere ma anche, per l’esatto rovescio della medaglia, che questa squadra in solido deve viaggiare ben oltre il… limite di velocità consentito per stare sempre in partita in quello che è tornato ad essere, a ragion veduta, il campionato più difficile d’Europa. Più difficile per ragioni tecniche (tanti fuoriclasse oltre i campioni), tattiche (allenatori come Ancelotti e Allegri accrescono il valore delle panchine e i colleghi possono solo imparare), ambientali (nessuna trasferta è una passeggiata di salute).

IN RITIRO PERCHE’ ERA STABILITO Toccherà a Moreno Longopiù saldo sulla panchina di quanto non si voglia ipotizzare adesso vestire i panni dell’alchimista e indovinare la miscela magica prima del ritorno in campo il 21 ottobre nel lunch match con l’Empoli. Toccherà a Moreno Longo lavorare per portare allo zero sbavature e pause e obbligare la squadra a tenere il coltello fisso tra i denti per 95’. A proposito di lavoro, si è parlato e scritto in queste ore di ‘un altro ritiro per il Frosinone’ ma la frase non è corretta perché nel post-partita di Frosinone-Genoa il presidente Maurizio Stirpe fu chiarissimo: “La squadra andrà e ritiro e vi rimarrà anche durante la sosta e fino a quando non avrò le risposte che chiedo”. Quindi nessuncaso, nessun dramma. E’ la richiesta di un Presidente che non lascia nulla di intentato per salvare la categoria.

LE TESTE TAGLIATE NON FANNO GOLLa voglia di giacobinismo in Italia risente inevitabilmente della vicinanza con i cugini francesi. E nel calcio sale tanto più quando la squadra non ottiene risultati. A Frosinone preconizzare teste cadute in pubblica piazza – esoneri, dimissioni, epurazioni e in aggiunta l’ingaggio di giocatori svincolati buoni per la pensione anticipata – probabilmente non portamai da nessuna parte. Tantomeno a campionato iniziato. Serve altro. Assunzione di responsabilità fattiva e attiva sul campo. Cosa diversa. Un corpo e un’anima. Altrimenti ogni mese è buono per processi sommari e sentenze definitive. Anche da parte di chi si distingue da Fenomeno dellatastiera.

CLASSIFICA E ‘PUNTERI’ – Della Juve fuori concorso si era detto in tempi non sospetti.Ronaldo a parte. Poi ci sono 11 squadre nel giro di 6 punti che si dovranno dividere posti Champions ed Europa League. In basso 8 squadre dai 9 della Spal ai -1 del Chievo per evitare le trappole. Nomination della settimana al solito Piatek che fa gol (9 totali) ma non evita la sconfitta per mano di un Parma strepitoso, per Insigne che ha bissato la rete di Champions con la pennellata al Sassuolo e per Immobile che ha toccato un pallone contro la Fiorentina, sufficiente ad una Lazio ancora convalescente. E’ stato il turno degli attaccanti: Ronaldo, Pavoletti, Joao Pedro nella sua seconda vita calcistica, Dzeko, doppio Higuain, Paloschi, doppio Icardi,il vecio Pellissier, Ceravolo. Il 60% dei gol firmati dagli attaccanti. La serie A aspetta quelli del Frosinone, oltre il solito Ciano.

Giovanni Lanzi

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