DANI ALVES E’ L’IDOLO, A CITTADELLA ERA IL LAHM GRANATA: ECCO SALVI, TANTI SACRIFICI E IL ‘MONDO’ PER MAESTRO

 In Prima Squadra

Bergamasco, classe ’88. Lo scorso 5 giugno ha spento la 31.a candelina di una vita nella quale il calcio è stato un dettaglio importante ma non l’unico, come vedremo. Alessandro Salvi, terzino che ama agire prevalentemente a destra ma non disdegna di giostrare anche a sinistra e da esterno alto nel centrocampo a 5, è neo giallazzurro.

Sotto il profilo delle caratteristiche tecniche, la posizione di esterno basso gli permette di avere la possibilità di esprimere la sua buona e rotonda falcata. Classificato come difensore solido e moderno è in possesso anche di un buon tiro oltre ad essere abile nei cross e sui calci piazzati. La migliore stagione in B per lui è stata quella 2017-’18 con la maglia del Cittadella, quando ha messo a segno 5 reti in 34 presenze.

La scorsa stagione è stato tra i punti di forza del Palermo (2 reti in 21 gare), al Frosinone arriva in coppia con l’ex compagno di squadra Szyminski. Di lui si scrive che non sia un granché estroverso. Ma non vuole essere affatto una ‘diminutio’, se si considera lo spessore del calciatore e il rendimento che ha avuto nelle ultime stagioni. Nel calcio serve anche a trovare la giusta dose di concentrazione.

Quel gioco del calcio che Salvi ha incrociato con il duro lavoro, prima di trovare l’attesa consacrazione: è stato idraulico e poi magazziniere a cavallo tra le esperienze giovanili con l’Alzano Virescit – club dal quale si svincolò per il fallimento – e l’Albinoleffe (due anni con le minori). In mezzo anche due stagioni nel Trealbe, prima nel Settore giovanile e quindi con la prima squadra, in Prima Categoria. Salvi varca i confini della Lombardia e della ‘bergamasca’ per giocare due stagioni al Prato in Seconda Divisione di Lega Pro. Qualche apparizione al primo anno, punto fermo nel secondo. Il ritorno all’Albinoleffe in prima squadra dove resta 5 stagioni. Il primo gol in B con la maglia degli orobici lo segna in occasione del 2-1 al Varese, in panchina c’era quel gran signore di Emiliano Mondonico, scomparso un anno e mezzo fa. Alla corte del Mondo si presentò da esterno offensivo, veloce, rapido. Il tecnico lavorò molto, regolarizzandone anche quella sorta di emotività che il ragazzo mostrava sul campo all’inizio della carriera tra i Cadetti. E trovandogli anche la posizione che lo avrebbe successivamente posto all’attenzione della critica.

Salvi, ragazzo tutto d’un pezzo, non ha mai dimenticato quei sacrifici anche nelle dichiarazioni arrivate anni dopo. Quando si è affermato con la maglia del Cittadella dei miracoli. In una intervista disse che il suo segreto è figlio di una sana ed attenta lettura di due aspetti fondamentali per un calciatore moderno: tanto allenamento e lo studio dettagliato di chi gioca nella sua stessa posizione in campo. A Cittadella venne soprannominato il Lahm granata ma il suo idolo è quel Dani Alves che a 36 anni ha appena conquistato il 40° titolo in carriera.  Due totem del calcio mondiale per un ragazzo che dopo aver centrato tre qualificazioni ai playoff cerca lo scatto con la maglia del Frosinone

Giovanni Lanzi

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