CIOFANI, DIETRO LA SCORZA DURA L’UOMO VERO: “MI MANCA MATTEO”. SUONA LA CARICA A TUTTI E ‘VEDE’ IL RIENTRO

 In Primi Piani

FERENTINO – Quei 90′ veri gli mancano da tanto, troppo tempo. Daniel Ciofani però davanti a taccuini, telecamere e microfoni c’era andato in questi 5 lunghi mesi di dura attesa e di lavoro. Non aveva affatto perso l’abitudine. Lo ricordiamo nel bel mezzo dei playoff dispensare pillole di saggezza. E lo ricordiamo anche nella serata del trionfo ai microfoni di Vanessa Leonardi di Sky. Mai banale, spesso e volentieri il primo difensore del gruppo (parole sue, ndr) fuori dal campo. E stavolta si emoziona quando un cronista gli accenna al distacco tecnico dal fratello Matteo, passato al Pescara.

Daniel, eccoci a distanza di tanti mesi. Vorremmo sapere quanta autonomia hai e se conti di partire dal 1′.

“Sicuramente l’autonomia non è altissima e indirettamente ho già dato una risposta alla seconda parte della domanda. Mi sto solo allenando, sono 5 mesi che do il massimo ed è normale che ho bisogno di trovare il ritmo. Non ho avuto intoppi in questo percorso di recupero, fortunatamente nel complesso è andato tutto per il verso giusto fatta eccezione per qualche doloretto. Ringrazio il presidente Maurizio Stirpe per avermi dato l’opportunità di operarmi dalle mani del chirurgo migliore al mondo per questo tipo di infortuni e ringrazio tutto lo staff. In particolare Zovini e Capogna che mi hanno assistito giornalmente nella fase di recupero”.

Che significa che l’autonomia non è altissima? Sai quantificarla?

“Penso di avere 35′-40′ anche se nella testa ho una partita intera. Stiamo entrando in un campionato da ritmi elevati, spero che non debba servire il mio apporto ma se si rendesse necessario posso giocare 10′ e andrebbe bene lo stesso”.

Lo scorso anno non eravamo tra i più forti della B ma siamo andati in A: allora ci contraddistingueva la forza del gruppo. Come si fa a trasmettere certi messaggi, quel dna ad un gruppo quasi totalmente nuovo?

“Sicuramente è un compito difficile. E’ stata fatta una scelta che può essere condivisibile o meno, quella di cambiare. Ma per questo sarà il tempo a dare la sua risposta. Abbiamo bisogno di tempo, sicuramente è difficile trasmettere certi valori perché erano insiti in quello spogliatoio. I ragazzi di oggi sono tutti vogliosi di far bene. Tutti professionisti seri e bravi giocatori. Quando sono arrivato in questo gruppo in uno dei primi allenamenti ero quasi io uno nuovo rispetto agli altri. Entrando qualcosa posso trasmettere. Speriamo che questo processo di ‘ciociarizzazione’ sia veloce da parte dei nuovi”.

Gli insegnamenti che potresti dare ad un giovane attaccante come Perica? Questa difficoltà di andare a segno…

“Posso portare la mia esperienza in A: per 6 partite non ho segnato. E ve ne dico un’altra: anche Cristiano Ronaldo non ha fatto gol. Perica deve essere sereno, continuare a lavorare, essere spensierato. Il mio primo gol lo realizzai col Carpi, il 28 ottobre e quella partita non sembrava quasi serie A. E venivo da un infortunio anche in quella circostanza”.

Come stanno gli altri infortunati?

“Dionisi e Paganini hanno tempi più lunghi ma sono sereni. Gori credo sia prossimo al rientro anche se ha ancora un po’ davanti a sé. Io mi sono allenato tanto con Sammarco che approfitto per ringraziare per tutto quello che ha fatto e che farà anche fuori lista, perché è una persona splendida”.

Con la Samp cosa ti immagini e cosa ti attendi?

” Dobbiamo fare tutto quello che è nel nostro massimo dentro il campo, il resto non ci interessa”.

Hai visto all’opera gli altri attaccanti. Con Ciano vi trovate bene, c’è già abbastanza intesa.  Giocare con gli altri, li hai visti in campo, possono dare qualcosa di più?

“Con Campbell non ho avuto la possibilità di allenarmi perché si è fatto male mentre stavo rientrando ma si vede che ha delle qualità da seconda punta, gli piace svariare, venire incontro alla palla. Gli altri sono giovani. Ardaiz classico attaccante forte fisicamente, Pinamonti è bravo ad attaccare la porta e gli spazi, quando calcia non è mai banale. In una partita potrà capitare di giocare insieme, speriamo il meno possibile perché vorrebbe dire che siamo andati sotto…”.

Il calendario non ci aiuta, prima della gara con la Roma due partite toste. Ma il Frosinone non deve vincere il campionato, deve salvarsi a maggio…

“Noi dobbiamo avere in mente quella che è la nostra dimensione. Dobbiamo ripartire da quella finale playoff vinta col Palermo, dalla forza trasmessa dal nostro pubblico. E dobbiamo portare una grande positività in tutti gli atteggiamenti. Perderemo diverse partite, bisogna essere preparati ma lo dobbiamo fare con la consapevolezza di chi deve salvarsi a maggio. Sicuramente ci saranno partite in grado di lanciarti in alto o altre che potranno demoralizzarci. Ma noi non possiamo permettere cali di alcun genere. E nemmeno dobbiamo avere atteggiamenti di sconforto, anche tra di noi. Tutto fa parte di un processo di maturazione che ha bisogno di tempo ma più in fretta possibile”.

Ti manca un po’ tuo fratello Matteo?

“Scusate, pensavo di non emozionarmi (sul volto scorre una lacrima e la voce per un attimo si fa roca e rotta dall’emozione, ndr). Per me giocare qui senza Matteo non sarà mai uguale come lo è stato prima. Senza che nessuno possa offendersi ma abbiamo fatto insieme la storia, è la verità. Matteo ogni anno partiva dietro ma poi giocava sempre. Avrebbe meritato di stare qui, nel calcio di tanti punti interrogativi lui è un punto esclamativo. Mi dispiace che non sia più qui, sarebbe stato un punto fermo sotto il profilo tecnico e morale di questa squadra. Gli faccio un grande in bocca al lupo e magari con la promessa di rivederci in A. Sapete che tipo di rapporto ho con lui. In uno spogliatoio che ha fatto della famiglia il punto di forza, mio fratello mi manca”.

Non siamo più simpatici a livello nazionale. Quando sarete intervistati potreste porvi con maggior decisione nei confronti di testate nazionali che ci dileggiano?

“In campo sono attaccante, fuori sono difensore. Del Frosinone. Sono state spese parole che si commentano da sole. Andiamo avanti a guardare solo il terreno di gioco”.

In questo momento, considerate le difficoltà che hanno tutti gli allenatori, anche Longo ha le sue. Tu come lo vedi con una squadra quasi nuova?

“Il mister ha tantissima voglia di fare, porta avanti le sue idee. Ha tante energie, voglia e fiducia nei confronti della squadra. Ripeto: è soltanto questione di tempo. Tutti vorremmo avere qualche punto in più, tutti vorremmo aver fatto già almeno un gol però per essere una squadra modificata così tanto, credo che il lavoro si inizi a vedere”.

Che differenza noti tra l’esordio di tre anni fa e quello di sabato sera?

“Te lo potrei dire sabato notte. E’ una sensazione diversa, nuova. Il primo anno fu una sorpresa, una emozione anche se saltai la prima col Torino. Ma non vedo l’ora di tornare a calcare certi palcoscenici, credo di avere qualità fisiche e morali per stare in A. So che la squadra ha anche bisogno di una mano, anche a livello di carattere e non vedo l’ora di dare il mio apporto”.

Se tu dovessi segnare, a chi andrebbe la dedica?

“Se dovessi segnare, la prima dedica a mia moglie Raffaella, mi sta nascendo un figlio. Quindi a Matteo e poi a tutti i compagni che hanno terminato la loro avventura qui a Frosinone: Zappino, Frara ai quali faccio un in bocca al lupo per la loro nuova veste. E poi ai vari Russo, Crivello e quelli che sono stati a Frosinone meno tempo, come ad esempio Vigorito e Terranova. A tutti quelli che mi hanno permesso di fare tanti gol, ai miei compagni di vita. Una squadra che vince come abbiamo vinto noi, nelle ultime 5 stagioni  ben tre campionati ed uno sfiorato, una squadra che perde il campionato in quel modo col Carpi, lo riesce a perdere in quel modo col Foggia e poi vince la finale playoff ha dato un segno di forza incredibile”.

Giovanni Lanzi

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