L'attaccante si presenta: "Ringrazio il direttore Salvini, il direttore Frara e il presidente Stirpe per avermi voluto qui. Mi piace la concorrenza. In campo metterò la fame e la mia dose di cattiveria agonistica"

ARDEMAGNI SUONA LA CARICA: “CON CIANO, DIONISI E CITRO CI SARA’ DA DIVERTIRSI”

Il preambolo del dirigente giallazzurro: "Per noi Matteo è la persona giusta al posto giusto, la qualità del reparto offensivo sposta le stagioni"
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FROSINONE – E la volta di Matteo Ardemagni davanti ai cronisti nella sala stampa del ‘Benito Stirpe’. Ma è ancora Salvani a fare un preamblolo: “Un vostro collega mi ha fatto notare che il Frosinone è l’unica società che può vantare tre attaccanti nella top 40 di tutti i tempi per la serie B. A questa cifra ci siamo arrivati con Matteo Ardemagni. E’ stata sempre una nostra prerogativa societaria andare a ‘catturare’ l’attenzione di attaccanti interessanti, i migliori in circolazione nei vari periodi. A volte ci si riesce, altre meno. Questa volta ci siamo riusciti. Qualcuno mi diceva: lo hai visto bene prima di prenderlo? Rispondo qui: l’ho visto benissimo. Per noi Matteo è la persona giusta al posto giusto. E se debbo dire qualcosa sul reparto offensivo, è la qualità del reparto che sposta le stagioni. Se poi hai la possibilità di scegliere gente come Matteo, crediamo di aver svolto il miglior lavoro possibile. Nel calcio moderno un attaccante non deve solo fare gol ma partecipare in maniera armoniosa al lavoro della squadra. In ogni partita, a prescindere da chi inizia, ci sarà la possibilità di toglierne uno e metterne un altro allo stesso livello. Era un obiettivo del presidente e dell’Area Tecnica. Ecco perché sono contentissimo del suo arrivo in maglia giallazzurra”.

Ardemagni, questo per lei è il suo 15° campionato di serie B. E’ stato preso per dare nuova linfa al reparto, questo fatto ti può condizionare?

“Voglio ringraziare prima di tutto il direttore Salvini per le belle parole, il direttore Frara e il presidente Maurizio Stirpe che mi hanno voluto qui. Per quanto riguarda la sua domanda, a 32 anni è una cosa che non mi pesi affatto. So prendermi le mie responsabilità, di metterci la faccia quando le cose vanno male e di prendermi gli applausi quando le cose vanno bene. Ho fatto il capitano ad Ascoli anche per questo”.

Lei è arrivato in una squadra nella quale ci sarà da competere. Questo ti stimola?

“Mi stimola sempre. Ad Ascoli ho fatto anche la panchina e giocava in ventenne come Scamacca, al suo primo anno di B. La concorrenza serve a dare qualcosa in più in allenamento, ad esempio. In una squadra blasonata e con forti ambizioni come il Frosinone accresce il livello. Se c’è la concorrenza è un vantaggio per me. Credo che ognuno dovrà meritarsi il posto. Nessuno viene col posto assicurato in una squadra. Dovrò mettere in campo la fame, come ho sempre fatto”.

Pensa di esserci arrivato tardi nel Frosinone?

“Nel calciomercato ci sono tante dinamiche che rendono le cose difficili, ma io ho tanto da dare. A 32 anni mi sento meglio di quanti ne avevo 20. Credo che in serie B oltre alla qualità del gioco penso ci voglia quell’ignoranza sana che fa la cattiveria agonistica. Io potrei portare anche questa caratteristica che può fare la differenza abbinata alla qualità del gioco che è sempre una cosa importante”.

Una curiosità, che numero di maglia prenderà visto che a lei piace le 9 e la 32?

“Ci sto pensando da tre giorni. Non mi sono fatto un’idea sinceramente… Vedrò presto”.

Il direttore diceva della coesione là davanti, nel reparto offensivo. Conoscevi già in tuoi colleghi?

“Assolutamente li conoscevo. Ciano, Dionisi, Citro è tutta gente di altra categoria e li ho sempre temuti da avversari. Hanno grandi qualità tecniche. E credo ci sarà di divertirsi”.

In 15 anni ha spesso cambiato maglia. Come mai?

“Ho iniziato in B col Cittadella, poi fui acquistato dall’Atalanta dove sono stato tesserato per 4 anni. Per un attaccante, se non fai gol cerchi di cambiare squadra oppure se segni tanto fai lo stesso. Ecco perché ho cambiato tanto nella mia carriera. Non ho nessun rimpianto, tranne uno: quando ero al Chievo ed a gennaio andai al Carpi. Non ebbi la pazienza di aspettare il mio turno mentre vedevo altri giocare. Ora sono a Frosinone, in una piazza da serie A”.

Giovanni Lanzi

 

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